campetto della storica scuola di San Giuseppe, nel cuore della città, nasce dalla passione per la pallacanestro di un gruppo di studenti del Liceo Azuni, istituto cittadino. L'idea nasce, cresce e si sviluppa, radicata e condivisa. Si sviluppa, perché la Dinamo Banco di Sardegna da oltre 50 anni a questa parte è la squadra di Sassari, è la squadra della Sardegna, è la squadra del popolo sardo. La Dinamo è società sportiva che affonda le sue radici nella sua terra e che ha l'onore di rappresentare la città l'Isola e la sua gente nel Mediterraneo, in Europa e nel Mondo. La Dinamo è già diventata un punto di riferimento, per tutti i sardi di Sardegna e del mondo intero. Una Sardegna che geograficamente e strategicamente è da sempre al centro del Mediterraneo, millenario punto di passaggio ed evoluzione di popoli e culture. Contaminazioni positive, che dalla lingua alla storia, dalla cultura alle tradizioni passando per l'agricoltura hanno contribuito a costruire il background di un'Isola affascinante e unica. La Dinamo ribadisce il concetto e lo trasferisce nel presente, richiamando a sé eccellenze dello sport che arrivano dalla penisola, dall'Europa e dall'altra parte dell'Atlantico, parti chiamate a completare un'idea che vuole mostrarsi, può dimostrare e punta, sportivamente, a competere. Perché è proprio una passione trasversale quella che pervade l'Isola e i suoi abitanti che rende l'idea di una realtà in cui la Sardegna si riconosce, realtà che appartiene alla Sardegna e che è patrimonio di Sardegna. Sardegna che come detto supera il mare e si presenta all'esterno grazie ad un biglietto da visita speciale, rilanciata dall'immagine pulita e vincente della Dinamo. (Da dinamobasket.com)
nuovo roster ed un nuovo logo. Il bianco e il blu sono i colori che nel 1960 hanno accompagnato la nascita della Dinamo. La Sardegna, intesa come Isola nella sua identitaria totalità, è la platea cui squadra e società hanno regalato un’opportunità importante e lo spettacolo del grande basket. Il fulmine un vigoroso e luminoso retaggio legato ad un passato, e ad uno stemma, che ha gettato e forgiato le basi perché il presente potesse essere questo. Lo stemma rosso e blu l’imprescindibile richiamo alla città di Sassari, con in aggiunta l’immancabile palla a spicchi. Ed è proprio dalla fusione armonica di questi elementi che nasce il nuovo logo della Dinamo Basket 2010-2011, insegna che accompagnerà il team del presidente Luciano Mele lungo i tornanti del prossimo atteso ed affascinante campionato di serie A. Così la società comunicava ufficialmente - all’alba del primo storico campionato di Lega A, nel 2010 - l’adozione di un nuovo simbolo societario: ormai quasi dieci anni fa. Un (quasi) decennio che ha visto la Dinamo affermarsi come una delle maggiori realtà del basket in Italia con la conquista di prestigiosi trofei, in particolare - oltre alla FIBA Europe Cup del Maggio scorso, valsa ai Giganti la prima affermazione sulla scena europea - lo scudetto del 2015. Impresa sfiorata anche nella stagione appena conclusa col secondo posto. “Ci riproviamo l’anno prossimo”, il commento del presidente Sardara. E nel frattempo si alza il tiro anche in Europa, col ritorno alla Basketball Champions League. Ecco quindi la Dinamo attesa ad un pronto rilancio, dopo una stagione che rimarrà negli annali. Rilancio che può passare anche per l’immagine che la società offre di sé stessa; immagine nel suo significato più autentico e non solo intesa come capacità di conseguire risultati sportivi.
si avvicina ai 10 anni di età. Ve ne sono di ben più longevi - con esempi estremi come quello iconico dei Chicago Bulls, inalterato addirittura dagli anni ‘60! - tuttavìa, gli ultimi anni sono stati caratterizzati da un cambiamento negli stili e nella concezione dei loghi, complici anche le mutate esigenze portate dall’avanzata nuovi media. Innumerevoli sono i restyling succedutisi nel giro di un lustro, ne abbiamo un recente esempio anche nella pallacanestro, quella ‘di casa’, ed è rappresentato dall‘Olimpia Milano, che nel 2016 ha voluto modernizzare il proprio simbolo. Ma è opportuno sottolineare soprattutto come l’attuale marchio societario della Dinamo presenti diverse criticità dal punto di vista tecnico. Analizziamole: SCARSA SINTESI La più evidente carenza del marchio è senz’altro la mancanza di sintesi. Pur rappresentando tutti gli elementi chiave in precedenza analizzati, esso appare più come un ‘collage’ dei suddetti elementi, che un segno omogeneo e immediato; Criticità
intelleggibile. Troppi elementi, sovrapposti e male organizzati, portano confusione e difficoltà nella lettura così dell’insieme come della parte testuale (si consideri che il marchio viene riprodotto nelle più svariate maniere e dimensioni); STILE POCO CHIARO Figlia della mancanza di sintesi è spesso anche la scarsa omogeneità e riconoscibilità dello stile proposto. Essendo poco integrati fra loro, i diversi elementi non sembrano seguire una stessa impronta grafica, ma piuttosto concepiti separatamente e poi assemblati; ALTRI PARTICOLARI Tra le altre cose è possibile notare alcune imprecisioni riguardanti la gestione di spessori, distanze e outline. Quella di inserire la sagoma dell’isola è una delle scelte più discutibili, in particolare per l’assenza di stilizzazione per una forma che si presenta di per sé molto complessa. Quest’ultima è rappresentata esattamente come la vedremmo su una cartina, con i suoi contorni frastagliati (isole minori comprese): in riduzione e in riproduzione questi dettagli andranno come si suol dire a ‘impastare’, cioè sostanzialmente a perdersi ed a sporcare ulteriormente il segno grafico. A A L’attuale marchio Criticità
a trasmettere al 100% gli stessi valori di cui si è parlato all’inizio di questa presentazione. Sassari/Sardegna, il fulmine e la palla a spicchi saranno ancora al centro del nuovo simbolo. L’obiettivo è quello di fonderli nella maniera più razionale e corretta possibile al fine di esaltarli al meglio, producendo un segno grafico che, a partire dalla loro sublimazione, sia più pulito, moderno, accattivante e versatile. Il tutto mantenendo in una certa misura fede a quella che è la base di partenza. Nonostante le ‘sirene americane’, si è deciso quindi di mantenere uno stile più prettamente europeo. Ciò non vieta però di valutare una seconda proposta che strizzi l’occhio all’NBA, laddove la società fosse incuriosita dal presente lavoro. Ma iniziamo a vedere quella che è stata la costruzione. Come è facile notare la struttura dello scudetto cambia, ma non è del tutto rivoluzionata, presentando qualche rimando a quella precedente. Un po’ più lineare rispetto ad essa, contribuirà a rendere il marchio compatto. Nella rappresentazione sulla destra è possibile osservare come la figura geometrica sia stata ricavata a regola d‘arte grazie all’intersezione fra quattro circonferenze. La superficie risultante dà vita ad un oggetto che potremmo immaginare come un vero e proprio scudo, pronto a difendere i colori bianco e blu. Questa particolare forma trova altresì giustificazione nella necessità di accogliere nella maniera più armoniosa gli elementi che comporranno il simbolo, assecondandone l’armonioso andamento al suo interno. Non resta che svelarne la composizione.
Forse quello più caratteristico, in quanto richiama direttamente la dinamo e la corrente elettrica, rappresentata per l’appunto dalla potenza della scossa. Come quella data dal Poz al suo arrivo in Sardegna. Il primo passo è stato quello di costruire da zero la figura stilizzata del più classico dei fulmini. Successivamente flessa ad arco di circa il 25%, ruotata in senso orario approssimativamente del 10% e lievemente ritoccata, la figura è ora decisamente più dinamica ed accattivante, adatta al contesto in cui verrà utilizzata. A questo punto si è deciso di effettuare una scelta diversa rispetto al vecchio marchio, che presentava un solo fulmine sul fondo: operare un raddoppio, specchiando e replicando il primo fulmine. Questa scelta ci garantirà più simmetria ed equilibrio, oltre a un effetto doppiamente spettacolare. A breve vedremo in che modo si andranno a integrare nella composizione. Proposta e costruzione Fulmine
La palla a spicchi è un oggetto conosciuto da chiunque, appassionati e non, simbolo per eccellenza della pallacanestro. Non sorprende che sia al centro anche del nostro marchio, anche perché - a differenza ad esempio di quello che avviene nel calcio - nella pallacanestro gli scudetti che non lo contengono (ovviamente stilizzato nei modi più diversi) sono l’eccezione alla regola. Nel nostro caso l’obiettivo è, a partire da un generico pallone come quello in figura, sezionarlo adeguatamente per inserirlo nel nostro scudo. Del quale riutilizzeremo la forma come una sorta di fustella, con la quale effettuare un crop del pallone stesso. Il taglio del lato superiore del risultante triangolo (non compreso nella fustella-scudo) è dato da una curva che segue lo stesso andamento delle quattro che abbiamo visto in precedenza nella costruzione dello scudo. È importante sottolineare come il processo di costruzione di ciascun elemento tenga conto e sia effettuato in funzione di tutti gli altri, per i motivi esposti nei punti Sintesi e Stile del capitolo Criticità. Rispetto al vecchio marchio la scelta in relazione al pallone è totalmente diversa, in quanto avrà un ruolo centrale e pienamente integrato. L’ultimo passo di questa fase è la stilizzazione della sezione ottenuta. Proposta e costruzione Pallone
consuete ragioni di sintesi e semplificazione (scelta corretta), nella presente proposta lo stemma cittadino avrà pressoché le stesse sembianze. Si tratta di un tipico stemma ripartito in quarti di colore rosso e blu, i colori della città di Sassari. Per quanto riguarda il posizionamento il discorso è simile a quello fatto per il pallone: decisamente più grande e centrale, non confinato in un angolo di poco agevole individuazione: vogliamo che i valori principali siano ben evidenti e ricoprano anche a livello grafico un ruolo proporzionale a quella che è la loro importanza. Lo stile è influenzato da quello generale: spigoli affilati ed ‘effetto rigonfiamento’ lo rendono più aggressivo e dinamico. Tutte caratteristiche adatte ad un contesto come quello sportivo. Oltre a quella basic - con i soli colori cittadini - abbiamo una seconda versione che integra anche il classico stemma dei Quattro Mori. In questo modo, stante la decisione di non riproporre la sagoma dell’isola, otteniamo che sia la dimensione cittadina che quella isolana siano ugualmente rappresentate. Utilizzando lo storico simbolo della Sardegna in luogo della sua sagoma, guadagnamo un vantaggio in termini di pulizia e compattezza a livello grafico. Per ragioni stilistiche e per dissuadere da possibili accostamenti con altre importanti realtà sarde, si è scelto di rappresentare i Mori su fondo colorato in luogo del tradizionale bianco. Proposta e costruzione Stemma
è ricaduta, a puro titolo dimostrativo, su NCAA Michigan St Spartans, font utilizzato dalla squadra di pallacanestro della Michigan State University. Esiste tuttavìa una vasta gamma di opzioni per quanto riguarda l’ambito sportivo, tutte ugualmente valide, che possono essere valutate nel caso in cui si volesse approfondire il discorso del restyling. All’interno del marchio, il lettering (cioè la parte testuale, quella che stiamo analizzando) sovrasterà la parte grafica che abbiamo visto nella pagina precedente. Per questo motivo ne asseconderà il grado di curvatura. Fermo restando che il lettering è stato pensato per essere ben leggibile nella sua interezza anche in riduzione (e così è effettivamente), si è scelto di dare un po’ più di peso alla parola SASSARI, rimarcando ancora una volta l’aspetto identitario. Proposta e costruzione Font D I N A M O S A S S A R I NCAA Michigan St Spartans A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0