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Le potenzialità offerte dalle Open Educational Resources, strumento per l’uguaglianza sociale

Le potenzialità offerte dalle Open Educational Resources, strumento per l’uguaglianza sociale

ll movimento per le Open Educational Resources affonda ufficialmente le proprie radici nel 2002, quando al forum UNESCO “Impatto dei Contenuti Didattici Aperti per l’Istruzione Superiore nei Paesi in Via di Sviluppo” è stato coniato il termine per indicare, sempre secondo lo stesso ente:

“[…] materiali per l’insegnamento, l’apprendimento e la ricerca su qualsiasi supporto – digitale o di altro tipo – che risiedono nel pubblico dominio o che sono stati rilasciati con una licenza aperta che consente l’accesso, l’uso, l’adattamento e la ridistribuzione gratuiti di altri soggetti senza restrizioni o limitazioni.

In un mondo nel quale il costo dell’istruzione è in crescita, e in cui allo stesso tempo agli individui, dalla materna alla pensione, è richiesto di formarsi costantemente, il valore sociale di tale approccio è sempre più rilevante, al punto che la stessa UNESCO ha poi nel 2017 riunito a Lubiana i rappresentanti di oltre 100 paesi in un ulteriore incontro “The 2nd World Open Educational Resources”, dove, tra le altre cose, è stato definito un “Ljubljana OER action plan” destinato ad educatori, formatori di insegnanti, bibliotecari, discenti, genitori, responsabili delle politiche educative a livello sia governativo che istituzionale, insegnanti e altro.

Wikipedia, a tutti gli effetti parte attiva essa stessa di tale movimento, ricorda inoltre:

La normativa italiana prevede l’uso di tali risorse, come specificato nell’allegato al D.M. 781/2013, prevedendo espressamente l’uso di “contenuti acquisiti indipendentemente o reperibili in rete o prodotti attraverso il lavoro individuale o collaborativo dei docenti, eventualmente anche attraverso il coinvolgimento dei discenti.”

Dunque, è per l’appunto l’accento sul contributo alla costruzione del sapere da parte di chi apprende una delle caratteristiche che rendono le OER uno strumento adatto ad una didattica attiva e creativa, che vede tra gli attori in gioco, oltre che ovviamente scuola ed università, anche le biblioteche, dove queste si rivelano spazi (fisici in primis, ma anche virtuali e soprattutto sociali) dove la conoscenza può essere esperita, condivisa e costruita.

Matteo Uggeri

October 23, 2020
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  1. Obiettivi Alla fine dell’intervento formativo si prevede che acquisiate: •

    dimestichezza con le terminologie più comuni in uso (OER, MOOC, open textbooks…) • conoscenza di base sulle tipologie di OER esistenti e sulle loro potenzialità didattiche, formative e sociali; • conoscenza di base su come utilizzare OER in classe o in biblioteca; • strumenti e competenze di base per sperimentare con i propri studenti/utenti alcune Risorse Educative Aperte; • (ci si augura) entusiasmo per le nuove possibilità offerte da questi approcci open. → ESSERE co-progettisti di progetti didattici con risorse e approcci OPEN
  2. Modalità formativa Discutiamo • Individuazione di potenziali scenari concreti per

    le biblioteche • Discussione e ‘consulenza’ con i partecipanti sui casi concreti dei bibliotecari e docenti presenti Impariamo • Definizioni di base • Accenni ai fondamentali della open education • Perché open • OER: da dove cominciare Sperimentiamo • Esploriamo, testiamo e assaggiamo alcuni OER repository e MOOC • Ricontestualizziamo l’esperienza nella nostra realtà bibliotecaria o scolastica • Poniamo le basi di un piccolo progetto di uso di OER Il percorso si articolerà in tre diversi tipi di momenti distribuiti nella mezza giornata di corso DENSISSIMA!
  3. Impariamo • Definizioni di base • Accenni ai fondamentali della

    open education • Perché open • OER: da dove cominciare
  4. Open Education - una definizione “Con l’espressione Educazione Aperta intendiamo

    quell’insieme di progetti e approcci educativi che mirano ad eliminare ogni barriera all’accesso e alla fruizione del processo educativo, in cui la conoscenza, i contenuti, le metodologie didattiche, le infrastrutture e gli strumenti sono condivisi in modo gratuito e trasparente. L’educazione aperta si basa sulla possibilità di rendere disponibili Risorse Didattiche Educative Aperte (in inglese OER, Open Educational Resources), materiali didattici, tipicamente in formato digitale, resi disponibili con licenze che ne permettono il riutilizzo, la modifica e la distribuzione.” Fonte: Open Education Italia - https://educazioneaperta.eu/larete/ - Luglio 2020.
  5. Open Education - princìpi 1. L’obiettivo di un sistema educativo

    deve essere quello di abbattere tutte le barriere non necessarie all’accesso, fruizione e completamento di attività educative e formative, nel rispetto della legge e delle inclinazioni personali; 2. L’accesso alle risorse educative è una questione di giustizia sociale e il diritto all’istruzione viene garantito della carta internazionali sui diritti umani e dalla Costituzione della Repubblica Italiana nell’art. 34; 3. Il digitale offre innovative e potenziali opportunità per l’istruzione a tutti i livelli, nell’ottica dell’apprendimento continuo (Lifelong Learning).
  6. Sostenere l’Open Education significa far sì che le potenzialità espresse

    nei punti sopra siano quanto più possibile indirizzate a uno sviluppo equo di tutti i livelli della società.
  7. Open = Social Justice ? “L'istruzione aperta stessa ha attraversato

    un periodo di cambiamento; è diventata più mainstream, ha formato arterie e sottocampi ed è stata anche sottoposta a "open washing" da parte delle forze di mercato” “È una riflessione necessaria, che ripercorre un decennio o più di investimenti in OER riutilizzabili con licenza aperta e quindi MOOC ampiamente accessibili, nessuno dei quali ha sperato di democratizzare la conoscenza o cambiare i modelli di accesso all'istruzione” (Lambert, S. e Czerniewicz). “Open Education and Social Justice”, disponibile sul sito del JIME, ossia il Journal of Interactive Media Education dell’Open University: https://jime.open.ac.uk/collections/special/open-education-and-social-jus tice/
  8. Come mai nasce la OE? • I criteri di accesso

    all’istruzione online sono stati ridefiniti negli ultimi decenni dall’avvento appunto del concetto di open education, specialmente dal fenomeno dei MOOC, Massive Open Online Courses (Corsi Massivi Online Aperti). • Nel modello anglosassone, e specialmente in quello USA, il costo della formazione è a volte altissimo, e legato al mondo del privato, dove invece in molti paesi europei è parte di quello pubblico.
  9. Primordi 1 • → le prime iniziative di questo tipo,

    come la Khan Academy (2006) sono nate nel continente americano. • È nel 2007 poi che in Canada Dave Cormier e Bryan Alexander dell'Università di Manitoba, coniano il termine MOOC per descrivere il corso “Connettivismo e conoscenza connettiva” dei colleghi George Siemens e Stephen Downes. • Tale corso online era aperto e accessibile da un vasto pubblico ed erano iscritti 25 studenti del campus (paganti) e 2.300 studenti online non paganti provenienti da tutto il mondo (Banzato, 2012).
  10. Primordi 2 • I MOOC si sono poi diffusi a

    Stanford, nel 2011, quando il rinomato ateneo statunitense erogò gratuitamente un corso post laurea sul tema intelligenza artificiale, il quale raggiunse circa 160.000 iscrizioni da parte di studenti provenienti da 190 paesi. • In seguito presero piede al MIT di Boston per poi infine invadere il mondo intero.
  11. Non-Open Ok, questo oggetto è mio, ma è anche tuo.

    Se lo usi tu, per quanto lo userai? Chi mi garantisce che me lo restituirai? Quando lo riavrò? Lo condivido solo con te? Tu lo condividerai con altri? È mio. Open Complesso 1 Elementare
  12. Non-Open L’ho fatto io, perché lo dovresti usare tu? Perché

    lo vuoi smontare? Cosa ne vuoi fare? Come recupero la mia creazione? Chi trae vantaggio da quello che ho creato? Etc… E me lo tengo. Open Complesso Elementare 2
  13. Creative Commons • Per definire in maniera chiara e univoca

    le possibilità di riutilizzo di risorse frutto della creatività e dell’ingegno umano, dai disegni dei bambini ai libri didattici, è stato stabilito uno standard che fa capo all’associazione Creative Commons. • Le licenze CC sono sei e sono definite dalla combinazione di quattro attributi, sulla base dei quali stabiliscono gli specifici diritti riservati, dove nella regola ‘classica’ del copyright sono invece tutti riservati. → (in Italia il diritto d'autore è regolato dalla legge 633/41 sulla Protezione del diritto d'autore e di altri diritti connessi al suo esercizio)
  14. Open Knowledge • Le OER appartengono al movimento dell’Open Knowledge

    che contiene anche Open Source, Open Data e Open Access. Movimenti strettamente connessi e sostenuti da un’etica comune. Tutti usano un tipo di licenza aperta e tendono a usare la digitalizzazione.
  15. Tre macro aree ...ma ciò che intendono condividere è diverso:

    • Software open source: accesso aperto al codice sorgente. • Dati aperti: accesso ai dati, ripubblicarli e analizzarli senza restrizioni da copyright, brevetti... • Accesso aperto: far sì che i contenuti, specialmente di carattere educativo, possano circolare liberamente ed essere riutilizzati liberamente. Opposizione quindi anche al copyright ed al diritto d’autore.
  16. Open Source • Software/strumento digitale gratuito + è possibile ottenere

    e modificare il codice sorgente. • Esistono molti tipi diversi di licenze che specificano le condizioni di utilizzo di tale software. • La Open Source Initiative (OSI) certifica che un certo prodotto digitale sia davvero aperto (criteri di stampo etico e tecnico). Nell’e-Learning esistono molti applicativi open source, su tutti il più volte citato LMS Moodle e la piattaforma di videoconferenze Big Blue Button.
  17. Open Data • “Un contenuto o un dato si definisce

    aperto se chiunque è in grado di utilizzarlo, ri-utilizzarlo e ridistribuirlo, soggetto, al massimo, alla richiesta di attribuzione e condivisione allo stesso modo”. Open Knowledge Foundation (https://okfn.org/ - 2004, Cambridge) [La definizione di open data è molto dibattuta, anche perché i dati aperti sono alla base delle pratiche delicate di open government e open journalism. In più, esistono problematiche legate alla privacy ed al valore commerciale dei dati (definiti da molti “il petrolio degli anni zero”) che complicano ulteriormente il problema.]
  18. Open Educational Resources • “Con Risorse Didattiche Aperte o Risorse

    Educative Aperte (in inglese OER, Open Educational Resources) si intendono “materiali didattici prevalentemente in formato digitale resi disponibili con licenze che ne permettono il riutilizzo, la modifica e la distribuzione.” (cit) “Guidelines on the development of open educational resources policies” dell’UNESCO
  19. Open Educational Resources • contenuti didattici: corsi completi, moduli, unità

    didattiche, collezioni e pubblicazioni. • strumenti: software per la creazione, la distribuzione, l'utilizzo e il miglioramento di contenuti didattici aperti, inclusi ricerca e organizzazione di contenuti, sistemi per la gestione dei contenuti e dell'apprendimento, strumenti per lo sviluppo di contenuti e comunità di apprendimento online. • risorse per l'operatività: licenze per la proprietà intellettuale per la promozione dell'editoria aperta di materiali, principi di progettazione e localizzazione dei contenuti. Wikipedia (che qui citiamo più volte, in quanto essa stessa parte del movimento)
  20. Open Educational Resources - PA [?] • “il Ministero ritiene

    sia necessario – attraverso l’istituzione di un tavolo tecnico – uno sforzo comune di editori e fornitori di contenuti, scuole, università, associazioni di docenti impegnate sul fronte dell’innovazione didattica, per lo sviluppo di un framework software comune, aperto, interoperabile ed espandibile, in linea con lo stato dell’arte e le migliori pratiche internazionali in materia; si impegna a promuovere tale sforzo attraverso le opportune iniziative; invita comunque fin d’ora tutti i soggetti impegnati nello sviluppo di piattaforme di fruizione a considerare la necessità – anche ai fini della salvaguardia nel tempo degli investimenti fatti – di lavorare utilizzando strumenti e standard aperti e interoperabili, nella prospettiva dell’integrazione delle funzionalità di volta in volta implementate all’interno di un framework comune.” Decreto Ministeriale (718) del 2013
  21. Open Educational Resources - PA [?] • ...nel cui allegato

    si suggerisce “l’adozione di contenuti acquisiti indipendentemente o reperibili in rete o prodotti attraverso il lavoro individuale o collaborativo dei docenti, eventualmente anche attraverso il coinvolgimento dei discenti." Decreto Ministeriale (718) del 2013, sempre quello.
  22. Open Educational Practices • L’uso di Open Educational Resources per

    l'insegnamento e l'apprendimento al fine di innovare il processo di apprendimento (Ehlers 2010). Es. studenti che partecipano a comunità online di produzione tra pari o, più in generale, qualsiasi contesto in cui l'accesso alle opportunità educative attraverso contenuti e servizi online liberamente disponibili è la norma. (Beetham et at, 2012). • Le OEP possono includere la creazione, l'uso e il riutilizzo di OER e il loro adattamento al contesto, la condivisione aperta delle pratiche di insegnamento.
  23. Open Access • “Il termine esprime la libera disponibilità online

    di contenuti digitali in generale e riguarda l'insieme della conoscenza e della creatività liberamente utilizzabile, in quanto non coperta da restrizioni legate alla proprietà intellettuale” Wikipedia [più di ambito accademico]
  24. Open Content • Il termine "contenuto aperto" descrive qualsiasi artefatto

    che è di dominio pubblico o concesso in licenza in un modo che fornisca a tutti il permesso gratuito e perpetuo di impegnarsi in attività che sono descritte come le “Cinque Libertà” o anche “5R”. Le "Cinque libertà”: lo schema stesso, che riprendiamo dal documento dell’UNESCO, è basato sull’originale di David Wiley (http://opencontent.org/definition/), e pubblicato con licenza Creative Commons Attribution.
  25. Schema sempre dal suddetto libro UNESCO, ma adattato da Cox

    (2015). Disponibile sotto CC BY all'indirizzo https://www.slideshare.net/ROER4D/openness-in-higher-education
  26. Open Content • RETAIN (conservare) – diritto di creare, possedere

    e controllare le copie della risorsa (es. scaricare e duplicarne una copia); • REUSE (riutilizzare) – diritto di riutilizzare il contenuto alla lettera o nella sua forma inalterata (es. archiviare in un proprio store); • REVISE (revisionare) – diritto di adattare, regolare, modificare o alterare il contenuto stesso (come tradurlo in un'altra lingua); • REMIX – diritto di combinare il contenuto originale o rivisto con altri contenuti e creare qualcosa di nuovo; • REDISTRIBUTE (ridistribuire) – diritto di creare e condividere copie del contenuto originale, revisioni con altri (donare una copia del contenuto). Traduciamo direttamente dal testo UNESCO, che a sua volta si ispira a uno scritto di David Wiley (2014), tra i più grandi attivisti del movimento.
  27. Le 5 libertà e le OER “Una OER può essere

    considerata libera e adattabile solo per quanto riguarda i diritti di proprietà intellettuale specificati nella licenza.” → Ad esempio, in Italia esistono ben pochi repository o iniziative che si possano definire a tutti gli effetti OER, nonostante le scuole e gli insegnanti, ma anche le biblioteche ed altri enti come case editrici e archivi del nostro paese, siano estremamente proattivi. Dato che molti di questi casi non riportano esplicitamente indicazioni chiare sulle licenze di utilizzo, non possono seguire i dettami delle 5R e non sono vere e proprie OER.
  28. Open Textbooks • “La spesa media per i libri di

    testo nell’anno scolastico 2019-2020 si aggira sui 286 euro per la prima classe della scuola media, 111 per la seconda, 127 per la terza (tetti di spesa che, come sappiamo, risultano talvolta superati di oltre il 10% tollerato). Per le scuole superiori bisogna differenziare a seconda delle tipologie, ma si va dai 320 euro per il primo anno di liceo classico ai 240 per l’Istituto Professionale per l’Industria e l’Artigianato, con un’impennata per il terzo anno (370 euro per i classici, 310 per gli scientifici, 310 per l’Istituto Tecnico Geometri)” (Tuttoscuola, settembre 2019). Anche in questo caso, una disposizione di legge (cfr. art. 15 della legge 133/2008) ha previsto che accanto quello cartaceo sia proposto anche il testo online.
  29. Open Picture Textbooks • We received a small pot of

    money to create an open picture book about open education thanks to GOGN. For more information regarding the project, please access http://go-gn.net/gogn/meet-our-first-go-gn-fellows/ • If you would like to contribute in this way, please complete this survey. Add your details if you wish so that you can be mentioned. Please note, none of the responses are required. It is up to you, how much or how little you would like to contribute. (Gino, Helene, Verena, Penny, Paola, Evie, Ody and Chrissi - The #go_gn picture book team). Survey launched on the 14th of October 2020
  30. 6. VULNERABILITIES: What makes this animal character/hero vulnerable? Explain briefly.

    7. STRENGTHS: What are the strengths of this animal/character/hero? Explain briefly. 10. ANTAGONISTS: Who are the antagonists of open education? If they where animals, what would they be? What are their characteristics?
  31. Definizioni • I MOOC non sono semplicemente dei materiali on

    line e nemmeno dei materiali organizzati tematicamente, ma dei veri e propri corsi organizzati in serie di lezioni concatenate (Sancassani, 2019) ◦ sono principalmente in formato video, ma corredati da testi, immagini, schemi, riferimenti a risorse esterne. ◦ contengono di norma test di verifica dell’apprendimento sia in itinere che a conclusione dei corsi, dove appunto viene rilasciato un attestato il quale è prova che gli obiettivi di apprendimento, dichiarati in modo chiaro ed esplicito, sono stati conseguiti dall’utente. Di conseguenza dovrebbero anche garantire un alto livello di qualità, a differenza di molti altri tipi di risorse più o meno aperte disponibili in rete dove la verifica di tale attributo è più difficoltosa.
  32. Per tanti ma non per tutti • Questi corsi rappresentano

    “una modalità flessibile di acquisizione di nuove abilità e conoscenze, attraverso un'esperienza di apprendimento continuo.” (Pantò, 2019) → per seguire e portare a termine un MOOC è in genere necessario un alto grado di motivazione personale e la giusta attitudine, unite a: • sufficienti competenze digitali; • conoscenza delle lingue (la maggior parte sono in inglese); • capacità di autogestione nello studio; • forte determinazione a raggiungere gli obiettivi educativi.
  33. Due modalità essenziali • self-paced: corso sempre fruibile e sempre

    aperto: in tal caso è lo studente che si autoregola nella fruizione in maniera autonoma decidendo quando collegarsi e quanto tempo dedicarvi; • paced: corso che si svolge in un determinato periodo dell’anno, tipicamente nell’arco di un mese o due: con questo genere di offerta troviamo spesso associati anche webinar ed attività di gruppo, in modo che sia possibile interagire in modo diretto con docenti, tutor e altri studenti.
  34. Mercimonio dell’open? L’offerta dei MOOC è sempre più spesso sfruttata

    in modo sistematico e strutturato. Ad “open” corrisponde una forma di gratuità a volte totale, altre invece parziale. Il modello economico • il pagamento di una “fee” solo per l’ottenimento del certificato finale che accredita l’avvenuto completamento del corso. • il pagamento è richiesto anche all’iscrizione, per poter fruire dei contenuti. In molti casi si tratta di cifre modiche (es. attorno ai 25 o 30 €), in altri casi si passa a costi decisamente più elevati.
  35. Principali piattaforme internazionali • Coursera (https://www.coursera.org/) – creata nel 2011

    dall'Università di Stanford: dal 2014 coinvolge ormai più di 200 tra università ed aziende in tutto il mondo. Le lezioni sono gratuite e offrono attestati di frequenza, ma per avere i certificati di norma bisogna pagare. • Udacity (www.udacity.com) – creata nel 2011 da Sebastian Thrun, David Stavens e Mike Sokolsky. Oggi si propone in modo deciso come strumento per favorire l’employability e l’aggiornamento formativo in ambito aziendale, sottolineando in modo roboante come i propri corsi siano caratterizzati da “Learn by doing, Practitioner-level skills, Job-focused content, Real human help, Personalized code reviews, Real-life projects”.
  36. Principali piattaforme internazionali • EMMA (https://iversity.org/): creata nel 2016 in

    seno ad un progetto europeo, è una piattaforma forse meno impressionante di altre di questo elenco in termini di quantità e varietà dell’offerta, ma forse l’unica ad essere al 100% aderente ai principi di cui si parla in questo capitolo. Tuttavia, non fornisce certificati. È coordinata dall’Università di Napoli Federico II. • Simplilearn (https://www.simplilearn.com/): americana, ma creata nel 2010 dall’ingegnere indiano Krishna Kumar, è di stampo più esclusivamente tecnico di altre, difatti fornisce corsi (e relative certificazioni) su sicurezza informatica, cloud computing, gestione dei progetti, marketing digitale, data science…
  37. Principali piattaforme internazionali • edX (www.edx.org/) creata dal MIT e

    dall'Università di Harvard: ad oggi conta più di 2800 corsi in svariate materie, circa 25 milioni di iscritti e un numero impressionante di università che offrono corsi attraverso tale sito. Invito a visitare la pagina che elenca le “schools and partners” (https://www.edx.org/schools-partners) per farsi un’idea dell’immensa e valida rete che tale istituzione ha saputo mettere in atto. • Iversity (https://iversity.org/) – creata in Germania da Jonas Liepmann e Hannes Klöpper nel 2013. A seconda della durata dell’impegno previsto per concluderli, divide i tipi di corsi che offre in “Espresso”, “Pro” e “MOOC” veri e propri. Anche questa, come altri della lista, ora ha una versione “For Business”.
  38. Sperimen- tiamo • Esploriamo, testiamo e assaggiamo alcuni OER repository

    e MOOC • Ricontestualizziamo l’esperienza nella nostra realtà bibliotecaria o scolastica • Poniamo le basi di un piccolo progetto di uso di OER
  39. Come usare i MOOC a scuola…? 1. Per supportare lo

    studio in comune tra classi o studenti di scuole diverse, secondo percorsi anche interdisciplinari; 2. Per supportare il recupero propriamente detto; 3. Come mezzo per mettere in pratica forme di scaffolding, ossia di aiuto da parte di “figure formative” esterne durante il percorso scolastico; 4. Come risorse per i docenti stessi per auto-aggiornarsi e formarsi; 5. Come luoghi della rete per fruire di percorsi strutturati di e-Learning a cui ispirarsi per metodologie, strutture e contenuti nel momento in cui sorge la necessità di dover insegnare online. (Sacchi, 2019)
  40. Esempio... “Lo stesso corso online può essere seguito da molte

    classi contemporaneamente ma anche da molti singoli studenti che per un motivo o per l’altro sono interessati a trovare, in modo spontaneo, un’offerta formativa alternativa a quella che trovano nelle lezioni tradizionali. Tutti questi attori (i docenti che usano i materiali per le loro lezioni, gli studenti delle classi che seguono queste lezioni, i singoli studenti che spontaneamente si attivano) si ritrovano infatti a condividere uno spazio virtuale fatto di lezioni on line, di forum, di chat e di test. Si apre di fatto la possibilità di creare una sorta di ‘super aula’ [...].” (ibidem)
  41. Alternanza scuola/MOOC I docenti in aula (o in videolezione sincrona)

    possono decidere di utilizzare quanto trovano nei MOOC più “veri” in termini di licenza di utilizzo (CC-NC-BY-SA) e completamente gratuiti in termini di presentazioni, testi, immagini e prove di verifica per poi tornare, eventualmente, al proprio percorso didattico convenzionale.
  42. MERLOT - www.merlot.org Esplorare Uno dei più rilevanti meta-repository internazionali

    di risorse didattiche (catalogate, selezionate e valutate da una comunità di esperti), l’americano MERLOT, creato dall’Università della California.
  43. OER Commons - www.oercommons.org Creare OER Commons nella sua sezione

    “Authoring” supporta chi vuole creare OER. L’iniziativa offre tre programmi software: • Open Author, • Lesson Builder • Module Builder Per lanciarsi nella produzione di presentazioni multimediali, lezioni e moduli interattivi.
  44. Online Mentoring Programme - oe4bw.org Aiutare 1. candidare come mentor

    per aiutare un progetto OER bottom up (es. "scuola materna open e online”) 2. presentare un progetto che verrà aiutato da un mentor.
  45. Un piccolo progetto ‘vostro’ • Poniamo le basi per un

    progetto reale di vostro interesse che sfrutti alcune delle possibilità che la Open Education offre. • Totale libertà. • Possiamo usare 2 gruppi, oppure strutturarci in gruppi di colleghi veri, e lavorare su iniziative concretizzabili. • Vi chiediamo di rifletterci e poi compilare un “Open Education Canvas” da consegnare in un secondo momento (prossima slide). ◦ Canvas Gruppo A: tinyurl.com/OER-canvas-A ◦ Canvas Gruppo B: tinyurl.com/OER-canvas-B
  46. OPEN EDUCATION CANVAS Titolo del progetto Nome del gruppo Competenza

    / Conoscenza / Materia / Argomento scelto Obiettivo Strumenti / Piattaforme / Repository scelti Breve descrizione Nome dei componenti ... … ... ... ... ... ...
  47. Open in Italia • Creative Commons Italia • Scuola Valore

    • Alexandria • WeSchool • EduOpen • POK – Polimi Open Knowledge • Federica • F.A.R.E. (Free Architecture for Remote Education) • Progetto Manuzio • Scuola Libera • Dataninja
  48. Creative Commons Italia https://creativecommons.it/chapterIT/ Il movimento CC è suddiviso in

    ‘capitoli’, e quello italiano è particolarmente attivo. Tramite il sito, connesso con quello originale americano, è possibile essere guidati nella pubblicazione di proprio materiale secondo le licenze CC desiderate, trovare risorse esistenti e restare informati su novità ed eventi del settore.
  49. Scuola Valore http://www.scuolavalore.indire.it/ Promosso da INDIRE, Scuola Valore è incentrato

    sulla formazione ai docenti. Consiste in un archivio online di percorsi di apprendimento, attività e materiali, che consente di accedere a più di 800 risorse, divise secondo i diversi livelli del sistema scolastico italiano e scaricabili senza la necessità di registrarsi. In termini di licenze, la piattaforma consente agli insegnanti di utilizzare il contenuto per scopi didattici e scientifici non commerciali, ma allo stesso tempo tutto il contenuto della piattaforma è protetto da copyright, pertanto non consente il remix delle risorse. :-/
  50. Alexandria http://www.alexandrianet.it/ La descrizione che ne danno gli stessi realizzatori

    è, in questo caso, altamente esplicativa: “Alexandria è un ambiente dedicato al “self-publishing” degli insegnanti per la scuola italiana, ovvero alla pubblicazione online di materiali e risorse digitali autoprodotti dai docenti, preferibilmente in formati aperti, per promuovere la collaborazione didattica, la conoscenza come bene comune e l'uso delle risorse educative aperte (Open Educational Resources - OER) nella scuola italiana” (dal sito stesso del progetto).
  51. WeSchool https://www.weschool.com/ Unica tra le risorse qui presentate ad essere

    tra quelle suggerite a inizio pandemia 2020 dal sito del MIUR, WeSchool si definisce una "scuola online" creata da un gruppo di studenti che offre una grande quantità di video, testi ed esercizi - prodotti e caricati da insegnanti ed esperti, nonché da studenti - su molte materie, con una caratteristica di valutazione sociale tra pari. Tutti i contenuti sono fieramente rilasciati con licenza Creative Commons, così come lo erano quelli del portale originario da cui questa iniziativa, ora con alle spalle grossi finanziamenti privati, tra cui quello di Telecom, era nata, ossia OilProject. Lati oscuri: N.A.T.O. (?)
  52. EduOpen https://learn.eduopen.org/ EduOpen è una piattaforma MOOC che dal 2013

    riunisce 17 università di medie dimensioni e offre più di 100 corsi, sia come esperienze di apprendimento individuali sia organizzati in percorsi di apprendimento. Alla fine di ogni corso, i partecipanti possono ottenere un certificato di partecipazione gratuito e un open badge, eventualmente sostenendo un esame in presenza ed ottenendo così crediti universitari (pagando per avere il certificato finale).
  53. POK – Polimi Open Knowledge https://www.pok.polimi.it/ POK si concentra sui

    momenti di transizione dalla scuola all'università, dalla laurea al master e dall'istruzione superiore all'occupazione, e offre parecchi corsi anche indirizzati ai docenti su temi come Active Learning ed OER stesse. Inaugurato a giugno 2014 dal Politecnico di Milano, è stato il primo portale MOOC universitario italiano ad offrire corsi on line gratuiti e aperti non solo agli studenti, ma anche a semplici appassionati. Si riceve un attestato di partecipazione (non legato a crediti universitari o al test d’ingresso al Politecnico). La piattaforma tecnologica di base è una personalizzazione di Open-edX, la piattaforma open source rilasciata da edX - iniziativa nata da una joint venture tra MIT e Harvard.
  54. Federica https://www.federica.eu/ La Federico Secondo di Napoli, con la propria

    piattaforma (che esiste dai primi anni 2000, anche se non come MOOC) Federica Web Learning, offre corsi aperti in formato MOOC.
  55. FARE (Free Architecture for Remote Edu.) https://fare.polito.it/ Iniziativa del Politecnico

    di Torino, in continua evoluzione e che non ha ancora del tutto sfruttato il proprio potenziale, F.A.R.E. è un portale che è nato nell’ambito della Scuola in Ospedale. All’interno del portale è possibile effettuare una ricerca del materiale didattico adatto alle proprie esigenze. La piattaforma raccoglie sia corsi completi sia lezioni singole. Si può caricare del proprio materiale, condividerlo e modificarlo con altri utenti in rete, arricchendo quindi il portale caricando nuovi materiali, clonandolo o contribuendo allo sviluppo anche in termini di coding, poiché anche il codice sorgente è aperto.
  56. FARE (Free Architecture for Remote Edu.) Tutti gli strumenti, i

    contenuti scientifici e quelli didattici sono assolutamente liberi e protetti con licenze CC, ma la qualità del materiale, come si può immaginare, è decisamente variabile, problema che come detto si applica molto spesso alle OER di qualsiasi tipo. È possibile sfruttare FARE per organizzare una propria lezione remota, richiedendo anticipatamente l’accesso come docente. In tal modo si può usare un’istanza di Big Blue Button ed esporre il proprio materiale ad un'ampia platea utilizzando lo strumento di lezione remota open source per eccellenza. È in fase di sviluppo la creazione di una linea di strumenti tecnologici che consentiranno ad altre istituzioni di clonare il portale F.A.R.E. e realizzarne uno proprio.
  57. Progetto Manuzio https://www.liberliber.it/online/aiuta/progetti/manuzio/ All’interno del progetto Manuzio “capolavori della letteratura,

    manuali, tesi di laurea, riviste e altri documenti in formato elettronico sono disponibili sempre, in tutto il mondo, a costo zero e con accorgimenti tecnici tali da garantirne la fruibilità anche a non vedenti e altri portatori di handicap.”
  58. Scuola Libera https://scuolalibera.continuity.space/ Si propone come una piattaforma didattica “completa

    e trasparente”, che riunisce alcune eccellenze del software libero, con grande attenzione ai temi della privacy e la profilazione degli utenti non fa parte del progetto. Offre strumenti per la creazione di documenti e la loro condivisione, aule virtuali, un LMS (con Moodle) e una piattaforma di videoconferenza (con BBB).
  59. Dataninja https://www.dataninja.it/it/ Più incentrato sull’open data che le OER, è

    molto rilevante nel nostro contesto: “DataNinja è un hub di competenze che collega professionisti e sperimentatori, con un obiettivo principale: creare connessioni tra i dati e le persone.” Si tratta di un’azienda, tra i cui obiettivi c’è quello di sviluppare tecnologie per raccogliere, strutturare e arricchire i dati, estraendo informazioni e valorizzandole attraverso applicazioni visuali, nuovi formati di storytelling per progetti di disseminazione, percorsi di training e laboratori partecipati. Da qualche tempo è stata lanciata anche l’iniziativa DataNinja School (https://school.dataninja.it/), costituita di micro-corsi online per “imparare ad usare i dati.”
  60. Manuale dell’e-Learning Matteo Uggeri Se volete approfondire Con capitolo su

    Open Education e MOOC https://manuale-elearning.it/
  61. Discutiamo • Individuazione di potenziali scenari concreti per la biblioteca

    o la scuola • Discussione e ‘consulenza’ per voi
  62. Grazie Matteo Uggeri Gamification & eLearning Strategist | Trainer |

    Designer | Musician | Project Manager matteo.uggeri@[REMOVE]gmail.com