Upgrade to Pro — share decks privately, control downloads, hide ads and more …

Le potenzialità offerte dalle Open Educational Resources, strumento per l’uguaglianza sociale

Le potenzialità offerte dalle Open Educational Resources, strumento per l’uguaglianza sociale

ll movimento per le Open Educational Resources affonda ufficialmente le proprie radici nel 2002, quando al forum UNESCO “Impatto dei Contenuti Didattici Aperti per l’Istruzione Superiore nei Paesi in Via di Sviluppo” è stato coniato il termine per indicare, sempre secondo lo stesso ente:

“[…] materiali per l’insegnamento, l’apprendimento e la ricerca su qualsiasi supporto – digitale o di altro tipo – che risiedono nel pubblico dominio o che sono stati rilasciati con una licenza aperta che consente l’accesso, l’uso, l’adattamento e la ridistribuzione gratuiti di altri soggetti senza restrizioni o limitazioni.

In un mondo nel quale il costo dell’istruzione è in crescita, e in cui allo stesso tempo agli individui, dalla materna alla pensione, è richiesto di formarsi costantemente, il valore sociale di tale approccio è sempre più rilevante, al punto che la stessa UNESCO ha poi nel 2017 riunito a Lubiana i rappresentanti di oltre 100 paesi in un ulteriore incontro “The 2nd World Open Educational Resources”, dove, tra le altre cose, è stato definito un “Ljubljana OER action plan” destinato ad educatori, formatori di insegnanti, bibliotecari, discenti, genitori, responsabili delle politiche educative a livello sia governativo che istituzionale, insegnanti e altro.

Wikipedia, a tutti gli effetti parte attiva essa stessa di tale movimento, ricorda inoltre:

La normativa italiana prevede l’uso di tali risorse, come specificato nell’allegato al D.M. 781/2013, prevedendo espressamente l’uso di “contenuti acquisiti indipendentemente o reperibili in rete o prodotti attraverso il lavoro individuale o collaborativo dei docenti, eventualmente anche attraverso il coinvolgimento dei discenti.”

Dunque, è per l’appunto l’accento sul contributo alla costruzione del sapere da parte di chi apprende una delle caratteristiche che rendono le OER uno strumento adatto ad una didattica attiva e creativa, che vede tra gli attori in gioco, oltre che ovviamente scuola ed università, anche le biblioteche, dove queste si rivelano spazi (fisici in primis, ma anche virtuali e soprattutto sociali) dove la conoscenza può essere esperita, condivisa e costruita.

Matteo Uggeri

October 23, 2020
Tweet

Other Decks in Education

Transcript

  1. Le potenzialità offerte dalle
    Open Educational Resources,
    strumento per l’uguaglianza
    sociale
    Matteo Uggeri - Online

    View Slide

  2. Chi sono Matteo Uggeri
    Gamification & eLearning Strategist | Trainer |
    Designer | Musician | Project Manager

    View Slide

  3. Obiettivi
    Alla fine dell’intervento formativo si prevede che acquisiate:
    ● dimestichezza con le terminologie più comuni in uso (OER, MOOC, open
    textbooks…)
    ● conoscenza di base sulle tipologie di OER esistenti e sulle loro potenzialità
    didattiche, formative e sociali;
    ● conoscenza di base su come utilizzare OER in classe o in biblioteca;
    ● strumenti e competenze di base per sperimentare con i propri studenti/utenti
    alcune Risorse Educative Aperte;
    ● (ci si augura) entusiasmo per le nuove possibilità offerte da questi approcci open.
    → ESSERE co-progettisti di progetti didattici con risorse e approcci OPEN

    View Slide

  4. Modalità formativa
    Discutiamo
    ● Individuazione di potenziali
    scenari concreti per le
    biblioteche
    ● Discussione e ‘consulenza’
    con i partecipanti sui casi
    concreti dei bibliotecari e
    docenti presenti
    Impariamo
    ● Definizioni di base
    ● Accenni ai fondamentali
    della open education
    ● Perché open
    ● OER: da dove cominciare
    Sperimentiamo
    ● Esploriamo, testiamo e
    assaggiamo alcuni OER
    repository e MOOC
    ● Ricontestualizziamo
    l’esperienza nella nostra
    realtà bibliotecaria o
    scolastica
    ● Poniamo le basi di un piccolo
    progetto di uso di OER
    Il percorso si articolerà in tre diversi tipi di momenti distribuiti nella mezza giornata di corso
    DENSISSIMA!

    View Slide

  5. Impariamo
    ● Definizioni di base
    ● Accenni ai fondamentali
    della open education
    ● Perché open
    ● OER: da dove cominciare

    View Slide

  6. View Slide

  7. Open Education - una definizione
    “Con l’espressione Educazione Aperta intendiamo quell’insieme di progetti e approcci
    educativi che mirano ad eliminare ogni barriera all’accesso e alla fruizione del
    processo educativo, in cui la conoscenza, i contenuti, le metodologie didattiche, le
    infrastrutture e gli strumenti sono condivisi in modo gratuito e trasparente.
    L’educazione aperta si basa sulla possibilità di rendere disponibili Risorse Didattiche
    Educative Aperte (in inglese OER, Open Educational Resources), materiali didattici,
    tipicamente in formato digitale, resi disponibili con licenze che ne permettono il
    riutilizzo, la modifica e la distribuzione.”
    Fonte: Open Education Italia - https://educazioneaperta.eu/larete/ - Luglio 2020.

    View Slide

  8. Open Education - princìpi
    1. L’obiettivo di un sistema educativo deve essere quello di abbattere tutte le
    barriere non necessarie all’accesso, fruizione e completamento di attività
    educative e formative, nel rispetto della legge e delle inclinazioni personali;
    2. L’accesso alle risorse educative è una questione di giustizia sociale e il diritto
    all’istruzione viene garantito della carta internazionali sui diritti umani e dalla
    Costituzione della Repubblica Italiana nell’art. 34;
    3. Il digitale offre innovative e potenziali opportunità per l’istruzione a tutti i livelli,
    nell’ottica dell’apprendimento continuo (Lifelong Learning).

    View Slide

  9. Sostenere l’Open Education significa far sì
    che le potenzialità espresse nei punti sopra
    siano quanto più possibile indirizzate a uno
    sviluppo equo di tutti i livelli della società.

    View Slide

  10. Perché open
    in biblioteca
    ?
    Dite la vostra

    View Slide

  11. Open = Social Justice
    ?
    “L'istruzione aperta stessa ha attraversato un periodo di
    cambiamento; è diventata più mainstream, ha formato arterie e
    sottocampi ed è stata anche sottoposta a "open washing" da
    parte delle forze di mercato”
    “È una riflessione necessaria, che ripercorre un decennio o più di
    investimenti in OER riutilizzabili con licenza aperta e quindi
    MOOC ampiamente accessibili, nessuno dei quali ha sperato di
    democratizzare la conoscenza o cambiare i modelli di accesso
    all'istruzione”
    (Lambert, S. e Czerniewicz).
    “Open Education and Social Justice”, disponibile sul sito del JIME, ossia il
    Journal of Interactive Media Education dell’Open University:
    https://jime.open.ac.uk/collections/special/open-education-and-social-jus
    tice/

    View Slide

  12. Inclusione online

    View Slide

  13. Come mai nasce la OE?
    ● I criteri di accesso all’istruzione online sono stati ridefiniti negli ultimi
    decenni dall’avvento appunto del concetto di open education, specialmente
    dal fenomeno dei MOOC, Massive Open Online Courses (Corsi Massivi
    Online Aperti).
    ● Nel modello anglosassone, e specialmente in quello USA, il costo della
    formazione è a volte altissimo, e legato al mondo del privato, dove invece
    in molti paesi europei è parte di quello pubblico.

    View Slide

  14. Primordi 1
    ● → le prime iniziative di questo tipo, come la Khan Academy (2006) sono
    nate nel continente americano.
    ● È nel 2007 poi che in Canada Dave Cormier e Bryan Alexander
    dell'Università di Manitoba, coniano il termine MOOC per descrivere il corso
    “Connettivismo e conoscenza connettiva” dei colleghi George Siemens e
    Stephen Downes.
    ● Tale corso online era aperto e accessibile da un vasto pubblico ed erano
    iscritti 25 studenti del campus (paganti) e 2.300 studenti online non
    paganti provenienti da tutto il mondo (Banzato, 2012).

    View Slide

  15. Khan Academy

    View Slide

  16. Primordi 2
    ● I MOOC si sono poi diffusi a Stanford, nel 2011, quando il rinomato ateneo
    statunitense erogò gratuitamente un corso post laurea sul tema intelligenza
    artificiale, il quale raggiunse circa 160.000 iscrizioni da parte di studenti
    provenienti da 190 paesi.
    ● In seguito presero piede al MIT di Boston per poi infine invadere il mondo
    intero.

    View Slide

  17. Le licenze Creative Commons

    View Slide

  18. Non-Open Open
    Complesso
    Chiedete a due bambini
    Elementare

    View Slide

  19. Non-Open
    Ok, questo oggetto è mio, ma è anche
    tuo.
    Se lo usi tu, per quanto lo userai?
    Chi mi garantisce che me lo restituirai?
    Quando lo riavrò?
    Lo condivido solo con te?
    Tu lo condividerai con altri?
    È mio.
    Open
    Complesso
    1
    Elementare

    View Slide

  20. Non-Open
    L’ho fatto io, perché lo dovresti usare tu?
    Perché lo vuoi smontare?
    Cosa ne vuoi fare?
    Come recupero la mia creazione?
    Chi trae vantaggio da quello che ho creato?
    Etc…
    E me lo tengo.
    Open
    Complesso
    Elementare
    2

    View Slide

  21. Creative Commons
    ● Per definire in maniera chiara e univoca le possibilità di riutilizzo di risorse
    frutto della creatività e dell’ingegno umano, dai disegni dei bambini ai libri
    didattici, è stato stabilito uno standard che fa capo all’associazione Creative
    Commons.
    ● Le licenze CC sono sei e sono definite dalla combinazione di quattro
    attributi, sulla base dei quali stabiliscono gli specifici diritti riservati, dove
    nella regola ‘classica’ del copyright sono invece tutti riservati.
    → (in Italia il diritto d'autore è regolato dalla legge 633/41 sulla Protezione del
    diritto d'autore e di altri diritti connessi al suo esercizio)

    View Slide

  22. View Slide

  23. View Slide

  24. Le possibilità dell’open

    View Slide

  25. Open Knowledge
    ● Le OER appartengono al movimento dell’Open Knowledge che contiene
    anche Open Source, Open Data e Open Access.
    Movimenti strettamente connessi e sostenuti da un’etica comune.
    Tutti usano un tipo di licenza aperta e tendono a usare la digitalizzazione.

    View Slide

  26. Tre macro aree
    ...ma ciò che intendono condividere è diverso:
    ● Software open source: accesso aperto al codice sorgente.
    ● Dati aperti: accesso ai dati, ripubblicarli e analizzarli senza restrizioni da
    copyright, brevetti...
    ● Accesso aperto: far sì che i contenuti, specialmente di carattere educativo,
    possano circolare liberamente ed essere riutilizzati liberamente.
    Opposizione quindi anche al copyright ed al diritto d’autore.

    View Slide

  27. Open Source
    ● Software/strumento digitale gratuito + è possibile ottenere e modificare il
    codice sorgente.
    ● Esistono molti tipi diversi di licenze che specificano le condizioni di utilizzo
    di tale software.
    ● La Open Source Initiative (OSI) certifica che un certo prodotto digitale sia
    davvero aperto (criteri di stampo etico e tecnico).
    Nell’e-Learning esistono molti applicativi open source, su tutti il più volte citato
    LMS Moodle e la piattaforma di videoconferenze Big Blue Button.

    View Slide

  28. Big Blue Button

    View Slide

  29. Open Data
    ● “Un contenuto o un dato si definisce aperto se chiunque è in grado di
    utilizzarlo, ri-utilizzarlo e ridistribuirlo, soggetto, al massimo, alla richiesta di
    attribuzione e condivisione allo stesso modo”.
    Open Knowledge Foundation (https://okfn.org/ - 2004, Cambridge)
    [La definizione di open data è molto dibattuta, anche perché i dati aperti sono alla base delle pratiche delicate
    di open government e open journalism. In più, esistono problematiche legate alla privacy ed al valore
    commerciale dei dati (definiti da molti “il petrolio degli anni zero”) che complicano ulteriormente il problema.]

    View Slide

  30. Open
    Knowledge
    Fundation

    View Slide

  31. Open Educational Resources
    ● “Con Risorse Didattiche Aperte o Risorse Educative Aperte (in inglese OER,
    Open Educational Resources) si intendono “materiali didattici
    prevalentemente in formato digitale resi disponibili con licenze che ne
    permettono il riutilizzo, la modifica e la distribuzione.” (cit)
    “Guidelines on the development of open educational resources policies”
    dell’UNESCO

    View Slide

  32. Open Educational Resources
    ● contenuti didattici: corsi completi, moduli, unità didattiche, collezioni e
    pubblicazioni.
    ● strumenti: software per la creazione, la distribuzione, l'utilizzo e il
    miglioramento di contenuti didattici aperti, inclusi ricerca e organizzazione
    di contenuti, sistemi per la gestione dei contenuti e dell'apprendimento,
    strumenti per lo sviluppo di contenuti e comunità di apprendimento online.
    ● risorse per l'operatività: licenze per la proprietà intellettuale per la
    promozione dell'editoria aperta di materiali, principi di progettazione e
    localizzazione dei contenuti.
    Wikipedia
    (che qui citiamo più volte, in quanto essa stessa parte del movimento)

    View Slide

  33. Open Educational Resources - PA [?]
    ● “il Ministero ritiene sia necessario – attraverso l’istituzione di un tavolo tecnico
    – uno sforzo comune di editori e fornitori di contenuti, scuole, università,
    associazioni di docenti impegnate sul fronte dell’innovazione didattica, per lo
    sviluppo di un framework software comune, aperto, interoperabile ed
    espandibile, in linea con lo stato dell’arte e le migliori pratiche internazionali in
    materia; si impegna a promuovere tale sforzo attraverso le opportune iniziative;
    invita comunque fin d’ora tutti i soggetti impegnati nello sviluppo di piattaforme
    di fruizione a considerare la necessità – anche ai fini della salvaguardia nel
    tempo degli investimenti fatti – di lavorare utilizzando strumenti e standard
    aperti e interoperabili, nella prospettiva dell’integrazione delle funzionalità di
    volta in volta implementate all’interno di un framework comune.”
    Decreto Ministeriale (718) del 2013

    View Slide

  34. Open Educational Resources - PA [?]
    ● ...nel cui allegato si suggerisce
    “l’adozione di contenuti acquisiti indipendentemente o reperibili in rete o
    prodotti attraverso il lavoro individuale o collaborativo dei docenti,
    eventualmente anche attraverso il coinvolgimento dei discenti."
    Decreto Ministeriale (718) del 2013, sempre quello.

    View Slide

  35. View Slide

  36. Open Educational Practices
    ● L’uso di Open Educational Resources per l'insegnamento e l'apprendimento al
    fine di innovare il processo di apprendimento (Ehlers 2010).
    Es. studenti che partecipano a comunità online di produzione tra pari o, più
    in generale, qualsiasi contesto in cui l'accesso alle opportunità educative
    attraverso contenuti e servizi online liberamente disponibili è la norma.
    (Beetham et at, 2012).
    ● Le OEP possono includere la creazione, l'uso e il riutilizzo di OER e il loro
    adattamento al contesto, la condivisione aperta delle pratiche di insegnamento.

    View Slide

  37. Open Access
    ● “Il termine esprime la libera disponibilità online di contenuti digitali in generale e
    riguarda l'insieme della conoscenza e della creatività liberamente utilizzabile, in
    quanto non coperta da restrizioni legate alla proprietà intellettuale”
    Wikipedia
    [più di ambito accademico]

    View Slide

  38. Open Content
    ● Il termine "contenuto aperto" descrive qualsiasi artefatto che è di dominio
    pubblico o concesso in licenza in un modo che fornisca a tutti il permesso
    gratuito e perpetuo di impegnarsi in attività che sono descritte come le “Cinque
    Libertà” o anche “5R”.
    Le "Cinque libertà”: lo schema stesso, che riprendiamo dal documento dell’UNESCO, è basato sull’originale di David Wiley
    (http://opencontent.org/definition/), e pubblicato con licenza Creative Commons Attribution.

    View Slide

  39. Schema sempre dal suddetto libro UNESCO, ma adattato da Cox (2015). Disponibile sotto CC BY all'indirizzo
    https://www.slideshare.net/ROER4D/openness-in-higher-education

    View Slide

  40. Open Content
    ● RETAIN (conservare) – diritto di creare, possedere e controllare le copie della
    risorsa (es. scaricare e duplicarne una copia);
    ● REUSE (riutilizzare) – diritto di riutilizzare il contenuto alla lettera o nella sua
    forma inalterata (es. archiviare in un proprio store);
    ● REVISE (revisionare) – diritto di adattare, regolare, modificare o alterare il
    contenuto stesso (come tradurlo in un'altra lingua);
    ● REMIX – diritto di combinare il contenuto originale o rivisto con altri contenuti e
    creare qualcosa di nuovo;
    ● REDISTRIBUTE (ridistribuire) – diritto di creare e condividere copie del
    contenuto originale, revisioni con altri (donare una copia del contenuto).
    Traduciamo direttamente dal testo UNESCO, che a sua volta si ispira a uno scritto di David Wiley (2014), tra i più grandi attivisti del movimento.

    View Slide

  41. Le 5 libertà e le OER
    “Una OER può essere considerata libera e adattabile solo per quanto riguarda i diritti
    di proprietà intellettuale specificati nella licenza.”
    → Ad esempio, in Italia esistono ben pochi repository o iniziative che si possano
    definire a tutti gli effetti OER, nonostante le scuole e gli insegnanti, ma anche le
    biblioteche ed altri enti come case editrici e archivi del nostro paese, siano
    estremamente proattivi.
    Dato che molti di questi casi non riportano esplicitamente indicazioni chiare sulle
    licenze di utilizzo, non possono seguire i dettami delle 5R e non sono vere e proprie
    OER.

    View Slide

  42. Open Textbooks
    ● “La spesa media per i libri di testo nell’anno scolastico 2019-2020 si aggira sui
    286 euro per la prima classe della scuola media, 111 per la seconda, 127 per la
    terza (tetti di spesa che, come sappiamo, risultano talvolta superati di oltre il 10%
    tollerato). Per le scuole superiori bisogna differenziare a seconda delle tipologie,
    ma si va dai 320 euro per il primo anno di liceo classico ai 240 per l’Istituto
    Professionale per l’Industria e l’Artigianato, con un’impennata per il terzo anno
    (370 euro per i classici, 310 per gli scientifici, 310 per l’Istituto Tecnico Geometri)”
    (Tuttoscuola, settembre 2019).
    Anche in questo caso, una disposizione di legge (cfr. art. 15 della legge 133/2008) ha
    previsto che accanto quello cartaceo sia proposto anche il testo online.

    View Slide

  43. ...divertiamoci un poco

    View Slide

  44. A picture book about open education
    by Chrissi Nerantzi using Sketches

    View Slide

  45. Open Picture Textbooks
    ● We received a small pot of money to create an open picture book about open
    education thanks to GOGN. For more information regarding the project, please
    access http://go-gn.net/gogn/meet-our-first-go-gn-fellows/
    ● If you would like to contribute in this way, please complete this survey. Add your
    details if you wish so that you can be mentioned. Please note, none of the
    responses are required. It is up to you, how much or how little you would like to
    contribute.
    (Gino, Helene, Verena, Penny, Paola, Evie, Ody and Chrissi - The #go_gn picture
    book team).
    Survey launched on the 14th of October 2020

    View Slide

  46. 5. CHARACTER: When you think about open
    education, which animal(s) come to mind and why?

    View Slide

  47. 6. VULNERABILITIES: What makes this animal
    character/hero vulnerable? Explain briefly.
    7. STRENGTHS: What are the strengths of this
    animal/character/hero? Explain briefly.
    10. ANTAGONISTS: Who are the antagonists of open
    education? If they where animals, what would they
    be? What are their characteristics?

    View Slide

  48. MOOC

    View Slide

  49. Definizioni
    ● I MOOC non sono semplicemente dei materiali on line e nemmeno dei materiali
    organizzati tematicamente, ma dei veri e propri corsi organizzati in serie di
    lezioni concatenate (Sancassani, 2019)
    ○ sono principalmente in formato video, ma corredati da testi, immagini,
    schemi, riferimenti a risorse esterne.
    ○ contengono di norma test di verifica dell’apprendimento sia in itinere che a
    conclusione dei corsi, dove appunto viene rilasciato un attestato il quale è
    prova che gli obiettivi di apprendimento, dichiarati in modo chiaro ed
    esplicito, sono stati conseguiti dall’utente.
    Di conseguenza dovrebbero anche garantire un alto livello di qualità, a differenza di
    molti altri tipi di risorse più o meno aperte disponibili in rete dove la verifica di tale
    attributo è più difficoltosa.

    View Slide

  50. Per tanti ma non per tutti
    ● Questi corsi rappresentano “una modalità flessibile di acquisizione di nuove
    abilità e conoscenze, attraverso un'esperienza di apprendimento continuo.”
    (Pantò, 2019)
    → per seguire e portare a termine un MOOC è in genere necessario un alto grado di
    motivazione personale e la giusta attitudine, unite a:
    ● sufficienti competenze digitali;
    ● conoscenza delle lingue (la maggior parte sono in inglese);
    ● capacità di autogestione nello studio;
    ● forte determinazione a raggiungere gli obiettivi educativi.

    View Slide

  51. Due modalità essenziali
    ● self-paced: corso sempre fruibile e sempre aperto: in tal caso è lo studente che
    si autoregola nella fruizione in maniera autonoma decidendo quando collegarsi e
    quanto tempo dedicarvi;
    ● paced: corso che si svolge in un determinato periodo dell’anno, tipicamente
    nell’arco di un mese o due: con questo genere di offerta troviamo spesso
    associati anche webinar ed attività di gruppo, in modo che sia possibile interagire
    in modo diretto con docenti, tutor e altri studenti.

    View Slide

  52. Mercimonio dell’open?
    L’offerta dei MOOC è sempre più spesso sfruttata in modo sistematico e strutturato.
    Ad “open” corrisponde una forma di gratuità a volte totale, altre invece parziale.
    Il modello economico
    ● il pagamento di una “fee” solo per l’ottenimento del certificato finale che
    accredita l’avvenuto completamento del corso.
    ● il pagamento è richiesto anche all’iscrizione, per poter fruire dei contenuti.
    In molti casi si tratta di cifre modiche (es. attorno ai 25 o 30 €), in altri casi si
    passa a costi decisamente più elevati.

    View Slide

  53. Principali piattaforme internazionali
    ● Coursera (https://www.coursera.org/) – creata nel 2011 dall'Università di Stanford:
    dal 2014 coinvolge ormai più di 200 tra università ed aziende in tutto il mondo. Le
    lezioni sono gratuite e offrono attestati di frequenza, ma per avere i certificati di
    norma bisogna pagare.
    ● Udacity (www.udacity.com) – creata nel 2011 da Sebastian Thrun, David Stavens
    e Mike Sokolsky. Oggi si propone in modo deciso come strumento per favorire
    l’employability e l’aggiornamento formativo in ambito aziendale, sottolineando in
    modo roboante come i propri corsi siano caratterizzati da “Learn by doing,
    Practitioner-level skills, Job-focused content, Real human help, Personalized
    code reviews, Real-life projects”.

    View Slide

  54. Principali piattaforme internazionali
    ● EMMA (https://iversity.org/): creata nel 2016 in seno ad un progetto europeo, è
    una piattaforma forse meno impressionante di altre di questo elenco in termini di
    quantità e varietà dell’offerta, ma forse l’unica ad essere al 100% aderente ai
    principi di cui si parla in questo capitolo. Tuttavia, non fornisce certificati. È
    coordinata dall’Università di Napoli Federico II.
    ● Simplilearn (https://www.simplilearn.com/): americana, ma creata nel 2010
    dall’ingegnere indiano Krishna Kumar, è di stampo più esclusivamente tecnico di
    altre, difatti fornisce corsi (e relative certificazioni) su sicurezza informatica, cloud
    computing, gestione dei progetti, marketing digitale, data science…

    View Slide

  55. Principali piattaforme internazionali
    ● edX (www.edx.org/) creata dal MIT e dall'Università di Harvard: ad oggi conta più
    di 2800 corsi in svariate materie, circa 25 milioni di iscritti e un numero
    impressionante di università che offrono corsi attraverso tale sito. Invito a visitare
    la pagina che elenca le “schools and partners”
    (https://www.edx.org/schools-partners) per farsi un’idea dell’immensa e valida
    rete che tale istituzione ha saputo mettere in atto.
    ● Iversity (https://iversity.org/) – creata in Germania da Jonas Liepmann e Hannes
    Klöpper nel 2013. A seconda della durata dell’impegno previsto per concluderli,
    divide i tipi di corsi che offre in “Espresso”, “Pro” e “MOOC” veri e propri. Anche
    questa, come altri della lista, ora ha una versione “For Business”.

    View Slide

  56. Sperimen-
    tiamo
    ● Esploriamo, testiamo e
    assaggiamo alcuni OER
    repository e MOOC
    ● Ricontestualizziamo
    l’esperienza nella nostra
    realtà bibliotecaria o
    scolastica
    ● Poniamo le basi di un
    piccolo progetto di uso di
    OER

    View Slide

  57. Che opportunità per la scuola
    con i MOOC?

    View Slide

  58. Come usare i MOOC a scuola…?
    1. Per supportare lo studio in comune tra classi o studenti di scuole diverse,
    secondo percorsi anche interdisciplinari;
    2. Per supportare il recupero propriamente detto;
    3. Come mezzo per mettere in pratica forme di scaffolding, ossia di aiuto da
    parte di “figure formative” esterne durante il percorso scolastico;
    4. Come risorse per i docenti stessi per auto-aggiornarsi e formarsi;
    5. Come luoghi della rete per fruire di percorsi strutturati di e-Learning a cui
    ispirarsi per metodologie, strutture e contenuti nel momento in cui sorge la
    necessità di dover insegnare online.
    (Sacchi, 2019)

    View Slide

  59. Esempio...
    “Lo stesso corso online può essere seguito da molte classi
    contemporaneamente ma anche da molti singoli studenti che per un motivo o
    per l’altro sono interessati a trovare, in modo spontaneo, un’offerta formativa
    alternativa a quella che trovano nelle lezioni tradizionali. Tutti questi attori (i
    docenti che usano i materiali per le loro lezioni, gli studenti delle classi che
    seguono queste lezioni, i singoli studenti che spontaneamente si attivano) si
    ritrovano infatti a condividere uno spazio virtuale fatto di lezioni on line, di forum,
    di chat e di test. Si apre di fatto la possibilità di creare una sorta di ‘super aula’
    [...].”
    (ibidem)

    View Slide

  60. Alternanza scuola/MOOC
    I docenti in aula (o in videolezione sincrona) possono decidere di utilizzare
    quanto trovano nei MOOC più “veri” in termini di licenza di utilizzo
    (CC-NC-BY-SA) e completamente gratuiti in termini di presentazioni, testi,
    immagini e prove di verifica per poi tornare, eventualmente, al proprio percorso
    didattico convenzionale.

    View Slide

  61. ...e per la biblioteca?

    View Slide

  62. MOOC List - www.mooc-list.com
    Cercare

    View Slide

  63. MERLOT - www.merlot.org
    Esplorare
    Uno dei più rilevanti meta-repository internazionali di risorse didattiche (catalogate,
    selezionate e valutate da una comunità di esperti), l’americano MERLOT, creato
    dall’Università della California.

    View Slide

  64. OER Commons - www.oercommons.org
    Creare
    OER Commons nella sua sezione “Authoring” supporta chi vuole creare OER.
    L’iniziativa offre tre programmi software:
    ● Open Author,
    ● Lesson Builder
    ● Module Builder
    Per lanciarsi nella produzione di presentazioni multimediali, lezioni e moduli interattivi.

    View Slide

  65. Online Mentoring Programme - oe4bw.org
    Aiutare
    1. candidare come mentor per aiutare un progetto OER bottom up (es. "scuola
    materna open e online”)
    2. presentare un progetto che verrà aiutato da un mentor.

    View Slide

  66. Divisi in gruppi, ponete
    le basi di un progetto
    open

    View Slide

  67. Un piccolo progetto ‘vostro’
    ● Poniamo le basi per un progetto reale di vostro interesse che sfrutti alcune
    delle possibilità che la Open Education offre.
    ● Totale libertà.
    ● Possiamo usare 2 gruppi, oppure strutturarci in gruppi di colleghi veri, e
    lavorare su iniziative concretizzabili.
    ● Vi chiediamo di rifletterci e poi compilare un “Open Education Canvas” da
    consegnare in un secondo momento (prossima slide).
    ○ Canvas Gruppo A: tinyurl.com/OER-canvas-A
    ○ Canvas Gruppo B: tinyurl.com/OER-canvas-B

    View Slide

  68. OPEN EDUCATION CANVAS
    Titolo del progetto
    Nome del gruppo
    Competenza / Conoscenza / Materia / Argomento scelto Obiettivo
    Strumenti / Piattaforme / Repository scelti Breve descrizione
    Nome dei componenti
    ... …
    ... ...
    ... ...
    ...

    View Slide

  69. Open Education in Italia

    View Slide

  70. Open in Italia
    ● Creative Commons Italia
    ● Scuola Valore
    ● Alexandria
    ● WeSchool
    ● EduOpen
    ● POK – Polimi Open Knowledge
    ● Federica
    ● F.A.R.E. (Free Architecture for Remote Education)
    ● Progetto Manuzio
    ● Scuola Libera
    ● Dataninja

    View Slide

  71. Creative Commons Italia
    https://creativecommons.it/chapterIT/
    Il movimento CC è suddiviso in ‘capitoli’, e quello italiano è particolarmente attivo.
    Tramite il sito, connesso con quello originale americano, è possibile essere
    guidati nella pubblicazione di proprio materiale secondo le licenze CC
    desiderate, trovare risorse esistenti e restare informati su novità ed eventi del
    settore.

    View Slide

  72. View Slide

  73. Scuola Valore
    http://www.scuolavalore.indire.it/
    Promosso da INDIRE, Scuola Valore è incentrato sulla formazione ai docenti.
    Consiste in un archivio online di percorsi di apprendimento, attività e materiali,
    che consente di accedere a più di 800 risorse, divise secondo i diversi livelli del
    sistema scolastico italiano e scaricabili senza la necessità di registrarsi. In termini
    di licenze, la piattaforma consente agli insegnanti di utilizzare il contenuto per
    scopi didattici e scientifici non commerciali, ma allo stesso tempo tutto il
    contenuto della piattaforma è protetto da copyright, pertanto non consente il
    remix delle risorse.
    :-/

    View Slide

  74. View Slide

  75. Alexandria
    http://www.alexandrianet.it/
    La descrizione che ne danno gli stessi realizzatori è, in questo caso, altamente
    esplicativa: “Alexandria è un ambiente dedicato al “self-publishing” degli
    insegnanti per la scuola italiana, ovvero alla pubblicazione online di materiali e
    risorse digitali autoprodotti dai docenti, preferibilmente in formati aperti, per
    promuovere la collaborazione didattica, la conoscenza come bene comune e
    l'uso delle risorse educative aperte (Open Educational Resources - OER) nella
    scuola italiana” (dal sito stesso del progetto).

    View Slide

  76. View Slide

  77. WeSchool
    https://www.weschool.com/
    Unica tra le risorse qui presentate ad essere tra quelle suggerite a inizio
    pandemia 2020 dal sito del MIUR, WeSchool si definisce una "scuola online"
    creata da un gruppo di studenti che offre una grande quantità di video, testi ed
    esercizi - prodotti e caricati da insegnanti ed esperti, nonché da studenti - su
    molte materie, con una caratteristica di valutazione sociale tra pari. Tutti i
    contenuti sono fieramente rilasciati con licenza Creative Commons, così come lo
    erano quelli del portale originario da cui questa iniziativa, ora con alle spalle
    grossi finanziamenti privati, tra cui quello di Telecom, era nata, ossia OilProject.
    Lati oscuri: N.A.T.O. (?)

    View Slide

  78. View Slide

  79. EduOpen
    https://learn.eduopen.org/
    EduOpen è una piattaforma MOOC che dal 2013 riunisce 17 università di medie
    dimensioni e offre più di 100 corsi, sia come esperienze di apprendimento
    individuali sia organizzati in percorsi di apprendimento. Alla fine di ogni corso, i
    partecipanti possono ottenere un certificato di partecipazione gratuito e un open
    badge, eventualmente sostenendo un esame in presenza ed ottenendo così
    crediti universitari (pagando per avere il certificato finale).

    View Slide

  80. View Slide

  81. POK – Polimi Open Knowledge
    https://www.pok.polimi.it/
    POK si concentra sui momenti di transizione dalla scuola all'università, dalla
    laurea al master e dall'istruzione superiore all'occupazione, e offre parecchi corsi
    anche indirizzati ai docenti su temi come Active Learning ed OER stesse.
    Inaugurato a giugno 2014 dal Politecnico di Milano, è stato il primo portale MOOC
    universitario italiano ad offrire corsi on line gratuiti e aperti non solo agli studenti,
    ma anche a semplici appassionati.
    Si riceve un attestato di partecipazione (non legato a crediti universitari o al test
    d’ingresso al Politecnico). La piattaforma tecnologica di base è una
    personalizzazione di Open-edX, la piattaforma open source rilasciata da edX -
    iniziativa nata da una joint venture tra MIT e Harvard.

    View Slide

  82. View Slide

  83. Federica
    https://www.federica.eu/
    La Federico Secondo di Napoli, con la propria piattaforma (che esiste dai primi
    anni 2000, anche se non come MOOC) Federica Web Learning, offre corsi aperti
    in formato MOOC.

    View Slide

  84. View Slide

  85. FARE (Free Architecture for Remote Edu.)
    https://fare.polito.it/
    Iniziativa del Politecnico di Torino, in continua evoluzione e che non ha ancora
    del tutto sfruttato il proprio potenziale, F.A.R.E. è un portale che è nato
    nell’ambito della Scuola in Ospedale.
    All’interno del portale è possibile effettuare una ricerca del materiale didattico
    adatto alle proprie esigenze. La piattaforma raccoglie sia corsi completi sia
    lezioni singole. Si può caricare del proprio materiale, condividerlo e modificarlo
    con altri utenti in rete, arricchendo quindi il portale caricando nuovi materiali,
    clonandolo o contribuendo allo sviluppo anche in termini di coding, poiché anche
    il codice sorgente è aperto.

    View Slide

  86. FARE (Free Architecture for Remote Edu.)
    Tutti gli strumenti, i contenuti scientifici e quelli didattici sono assolutamente liberi
    e protetti con licenze CC, ma la qualità del materiale, come si può immaginare, è
    decisamente variabile, problema che come detto si applica molto spesso alle
    OER di qualsiasi tipo.
    È possibile sfruttare FARE per organizzare una propria lezione remota,
    richiedendo anticipatamente l’accesso come docente. In tal modo si può usare
    un’istanza di Big Blue Button ed esporre il proprio materiale ad un'ampia platea
    utilizzando lo strumento di lezione remota open source per eccellenza.
    È in fase di sviluppo la creazione di una linea di strumenti tecnologici che
    consentiranno ad altre istituzioni di clonare il portale F.A.R.E. e realizzarne uno
    proprio.

    View Slide

  87. Progetto Manuzio
    https://www.liberliber.it/online/aiuta/progetti/manuzio/
    All’interno del progetto Manuzio “capolavori della letteratura, manuali, tesi di
    laurea, riviste e altri documenti in formato elettronico sono disponibili sempre, in
    tutto il mondo, a costo zero e con accorgimenti tecnici tali da garantirne la
    fruibilità anche a non vedenti e altri portatori di handicap.”

    View Slide

  88. Scuola Libera
    https://scuolalibera.continuity.space/
    Si propone come una piattaforma didattica “completa e trasparente”, che riunisce
    alcune eccellenze del software libero, con grande attenzione ai temi della privacy
    e la profilazione degli utenti non fa parte del progetto. Offre strumenti per la
    creazione di documenti e la loro condivisione, aule virtuali, un LMS (con Moodle)
    e una piattaforma di videoconferenza (con BBB).

    View Slide

  89. View Slide

  90. Dataninja
    https://www.dataninja.it/it/
    Più incentrato sull’open data che le OER, è molto rilevante nel nostro contesto:
    “DataNinja è un hub di competenze che collega professionisti e sperimentatori,
    con un obiettivo principale: creare connessioni tra i dati e le persone.” Si tratta di
    un’azienda, tra i cui obiettivi c’è quello di sviluppare tecnologie per raccogliere,
    strutturare e arricchire i dati, estraendo informazioni e valorizzandole attraverso
    applicazioni visuali, nuovi formati di storytelling per progetti di disseminazione,
    percorsi di training e laboratori partecipati.
    Da qualche tempo è stata lanciata anche l’iniziativa DataNinja School
    (https://school.dataninja.it/), costituita di micro-corsi online per “imparare ad usare
    i dati.”

    View Slide

  91. Un suggerimento
    bibliografico
    disenterassato

    View Slide

  92. Manuale
    dell’e-Learning
    Matteo Uggeri
    Se volete approfondire
    Con capitolo su Open Education e MOOC
    https://manuale-elearning.it/

    View Slide

  93. Discutiamo
    ● Individuazione di potenziali
    scenari concreti per la
    biblioteca o la scuola
    ● Discussione e ‘consulenza’
    per voi

    View Slide

  94. Grazie Matteo Uggeri
    Gamification & eLearning Strategist | Trainer |
    Designer | Musician | Project Manager
    [email protected][REMOVE]gmail.com

    View Slide

  95. View Slide