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Drum Machines & Synthesizers

kraniumbox
February 26, 2012

Drum Machines & Synthesizers

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  1. Drum Machines and synthesizers La musica elettronica è definita come

    una qualsiasi composizione musicale generata con strumenti elettrofoni, categoria che raggruppa gli strumenti musicali in cui il suono viene generato per mezzo di una circuitazione elettrica o un dispositivo elettromagnetico. Questa categoria è stata aggiunta alla classificazione Hornbostel-Sachs del 1914, solo dopo la revisione a cura della Galpin Society Journal, nel 1961. Al giorno d'oggi i suoni prodotti elettronicamente sono presenti in modo massiccio e quasi invasivo nella quotidianità di ognuno, in ogni campo e applicazione, grazie all'avvento esponenziale della tecnologia di consumo di massa da 30 anni a questa parte. Non da meno, quindi, la produzione di Musica, di qualsiasi genere e sfumatura, ha sfruttato ed impiegato questa tecnologia per produrre nuovi “strumenti” e sonorità. Oggi in campo musicale sono migliaia gli strumenti efficaci per produrre quella che definiamo “musica elettronica”: gran parte del lavoro viene oramai svolto su computer (D.A.W.), con software dedicati che non poche volte offrono anche un interfaccia hardware con cui comunicare con il programma stesso. Nonostante la predominanza attuale del pc però, la produzione di Hardware “puro” continua, sia nelle sue forme più primitive completamente analogiche che in quelle più moderne e completamente digitali, passando per l'ibridazione di entrambe.
  2. Classificazione dei synth Le due categorie principali che rappresentano il

    fulcro della produzione musicale elettronica sono: • Drum Machines • Sintetizzatori Una Drum Machine è uno strumento musicale elettronico designato per la creazione (tramite sintesi o campionatura) e l'imitazione di suoni di batteria o di altri strumenti a percussione. Le drum machine a loro volta si classificano in due categorie principali a seconda della tecnica di sintesi sonora usata dalla macchina stessa: Analogica o Digitale. Prima dell'introduzione del protocollo MIDI nel 1983, le drum machine venivano sincronizzate tra loro e con gli altri strumenti elettronici tramite un metodo denominato “DIN-sync”, o “sync-24”. Alcune di queste macchine emettevano anche i voltaggi CV/Gate che potevano essere usati per sincronizzare o controllare i sintetizzatori analogici e altra strumentazione musicale. Un Sintetizzatore di Suono (abbreviato “Sintetizzatore” o “Synth”) è uno strumento musicale elettronico in grado di generare autonomamente segnali audio, sotto il controllo di un musicista o di un sequencer. I Synth possono sia emulare suoni già esistenti che creare (“sintetizzare”, appunto) sonorità completamente originali. Il sintetizzatore è generalmente comandato per mezzo di una tastiera simile a quella del pianoforte, ma non mancano realizzazioni destinate ad essere gestite mediante il fiato, la pressione o altri tipi di controller come sensori a raggi infrarossi. I synth sfruttano numerose tecnologie e tipi di sintesi sonora per generare un segnale audio, tra cui: sintesi sottrattiva, sintesi additiva, sintesi con wavetable, sintesi granulare, sintesi FM e molte altre.
  3. Sequencers Il sequencer è un dispositivo (hardware o software), utilizzato

    nel campo musicale, che permette di creare e riprodurre delle sequenze di segnali di controllo, per comandare uno strumento elettronico. Sebbene l'utilizzo del sequencer abbia un fine musicale, non è da confondere con un dispositivo di registrazione audio. A differenza del registratore, dove sono le forme d'onda di un suono a essere memorizzate, nel sequencer non viene memorizzato alcun segnale audio, solo quello di controllo. Si può immaginare un sequencer come una "mano elettronica" automatica e programmabile che suona strumenti e regola pulsanti e potenziometri di sintetizzatori e processori audio. I sequencer hardware basati sulla tecnologia digitale sono stati molto diffusi fino all'avvento dei più flessibili sequencer software, eseguiti come programmi informatici. Per la programmazione di sequenze complesse il sequencer software ha potuto sfruttare le ampie interfacce grafiche, l'integrazione con i sintetizzatori virtuali, l'espandibilità e la flessibilità di comunicazione del sistema operativo dei moderni computer. Nel corso degli anni la comunicazione e l'interazione di sintetizzatori di diverse marche con i sequencer hanno richiesto l'adozione di un protocollo standard che dapprima fu il “DinSync 24” passando attraverso protocolli sperimentali che non attecchirono alivello di mercaot globale , fino ad arrivare all'ormai trentennale standard “M.I.D.I. (Musical Instruments Digital Interface)”. Malgrado la progressiva migrazione verso gli strumenti informatici, i sequencer digitali basati sull'elettronica sono ancora indispensabili componenti per alcuni strumenti musicali come i sintetizzatori e le drum machine. È però un dato di fatto che, progressivamente, soprattutto grazie alla maggiore velocità dei processori per pc, all'integrazione AUDIO-MIDI e al continuo sviluppo di nuovi algoritmi per plug-in, l'utilizzo di sequencer software stia soppiantando quello di apparecchiature hardware, permettendo il controllo di tutte le fasi della creazione artistica in un vero e proprio "studio virtuale" in ambiente pc.
  4. Definizione di sintesi analogica La sintesi analogica è caratterizzata dall'invenzione

    che ha cambiato la storia della sintesi del suono: il C.V. Control Voltage (controllo attraverso la tensione). Il C.V. è un sistema di controllo dei vari componenti di un sintetizzatore (VCO, VCF, VCA, ecc.) attraverso una tensione elettrica. I moduli possono ricevere una tensione (espressa in Volt) per modificare tutti o alcuni dei propri parametri. Per esempio l'oscillatore può variare la propria frequenza in base a una tensione che gli arriva. Nel sistema V/ottava ad ogni Volt corrisponde una ottava di differenza così se mandiamo una tensione di 4 V a un oscillatore e questo suonerà un la a 440Hz mandando una tensione di 5 V suonerà un la a 880 Hz quindi esattamente un'ottava sopra. Alcuni moduli non producono ne modificano suoni ma servono solo per tempo, queste tensioni sono poi inviate ai generare tensioni costanti o variabili nel moduli generatori e modificatori che saranno così resi "automatizzati". Con il termine di sintesi sonora si intende il processo di creazione artificiale del suono attraverso sistemi composti da uno o più circuiti elettronici[1]. Il termine sintesi, infatti, deriva dal greco s nthesis che significa ý “composizione, ordinamento”, derivazione di syntithénai “mettere insieme”. Con sintesi si intende appunto il processo di unificazione di varie parti o elementi in un tutto, e per estensione anche il risultato stesso di questa operazione. Nel corso del tempo, sempre per estensione, questo termine ha gradualmente assunto il significato di “produrre o riprodurre artificialmente qualcosa di esistente in natura”, come, nel nostro caso, il suono[2]. 1]: Elettronica: branca dell'elettrotecnica che studia fenomeni e applicazioni della conduzione dell'elettricità nei gas, nel vuoto e nei materiali conduttori e semiconduttori. [2]: Cfr. AA.VV., Garzanti Dizionario Italiano, Garzanti Editore, Milano, 2002.
  5. Tipologie di sintesi • LA SINTESI ADDITIVA La sintesi additiva,

    come rivela il suo stesso nome, è un tipo di sintesi del suono che si basa sull’addizione di forme d’onda elementari per crearne una più complessa.Essa è praticata da secoli, basti pensare agli organi a canne, che già a partire dal XV secolo consentono di creare una grande varietà di timbri sommando i suoni prodotti dalle diverse serie di canne, dette registri, di cui sono dotati. Nell’ambito della musica elettroacustica, le prime composizioni di rilievo basate sulla sintesi additiva sono Studie I del 1953 e Studie II del 1954 di Karlheinz Stockhausen. L’idea di costruire il timbro sovrapponendo onde sinusoidali trova le sue basi teoriche nell’analisi di Fourier (vedi capitolo dedicato al suono e alla sua analisi). Infatti, se ogni onda periodica complessa è scomponibile in una somma di onde semplici, allo stesso modo sovrapponendo onde semplici si otterrà un’onda complessa. • LA SINTESI SOTTRATTIVA La sintesi sottrattiva è concettualmente l’opposto della sintesi additiva e si basa sull’eliminazione, tramite l’uso di appositi filtri, di una parte delle componenti dello spettro armonico di suoni complessi particolarmente ricchi di parziali. Nella sua forma base, la sintesi sottrattiva è un processo molto semplice che prevede: 1. Un oscillatore, usato per generare un suono adeguatamente ricco di armoniche. 2. Un filtro, usato per eliminare una parte delle armoniche del suono originario. 3. Un amplificatore per controllare l’ampiezza (il volume) del suono nel tempo in modo da simulare uno strumento naturale. Queste sono i due tipi di sintesi più usata, nonché le più “antiche” (ma pur sempre attualissime). Le altre tipologie di sintesi (granulare, per modulazioni, per distorsione,per campioni, modelli fisici) non sono certo meno importanti ma troppo dispersive da affrontare in quest'ambito. Per maggiori approfondimenti : http://en.wikipedia.org/wiki/Category:Sound_synthesis_types
  6. Time-Line from 1970 to the future. 1970 Il minimoog è

    un sintetizzatore monofonico analogico inventato da Robert Moog. Fu messo in commercio nel 1970 dalla Moog Music, e fu uno dei primi sintetizzatori di prezzo accessibile, leggeri, relativamente semplici da programmare e largamente disponibili sul mercato. http://en.wikipedia.org/wiki/Minimoog L'ARP 2600 era un sintetizzatore semi-modulare a sintesi sottrattiva, disegnato da Alan R. Pearlman e costruito dalla sua ditta, la ARP Instruments. Diversamente dagli altri sistemi modulari del tempo, che necessitavano di moduli da comprarsi separatamente e che andavano collegati dal musicista, il 2600 aveva una selezione di moduli di base già collegati internamente. http://en.wikipedia.org/wiki/ARP_2600
  7. Time-Line from 1970 to the future. 1972 Il Davoli Davolisint

    è il primo sintetizzatore analogico italiano. Il rarissimo synth prodotto dalla”Davoli Krundaal Musical SRL”nel 1972, seppur tecnicamente limitato, è sicuramente uno strumento storico in termini di contributo alla grande famiglia dei sintetizzatori da parte dell'Italia. http://www.vintagesynth.com/misc/davolisint.php L' Arp Odissey 2800 mkI fu la risposta di casa ARP al Minimoog offrendo ai propri utenti uno studio-synth il più user friendly e compatto possibile. Fu uno dei primi synth duofonici, ovvero capace di suonare due voci o note contemporanemente. Furono prodotte tre serie (Mark I,II,III) con svariate versioni dal '72 al '81. http://www.vintagesynth.com/arp/odyssey.php
  8. Time-Line from 1970 to the future. 1973 L' FBT Synther-2000

    fu la prima prova della omonima società fondata nel 1963, di introdursi nell'allora mercato emergente dei sintetizzatori. Le caratteristiche tecniche non lo collocano sicuramente nell'olimpo dei synth analogici, ma grazie al numero limitato di pezzi prodotti e la circoscrizione della distribuzione in italia, è un oggetto più che raro, un pezzo di storia. http://www.vintagesynth.com/misc/fbtsynther2000.php La Roland fa la sua comparsa “ritmica” nel mercato con la TR-66 Rhythm Arranger, una primitiva drum machine che non offriva nessuna programmazione “attiva” ma era dotata di 27 pattern presettati che potevano essere selezionati con una combinazione di tasti e knob. Le uniche opzioni “editabili” sono tre knob che agiscono su: 3variazioni, tempo e balance. La TR-66 venne concepita come supporto musicale per suonatori d'organo o di piano, poco funzionale al giorno d'oggi, importante pezzo vintage storico.
  9. Time-Line from 1970 to the future. 1976 Il Roland System

    700 è un synth modulare, ovvero composto da più moduli indipendenti tra cui si fa passare il segnale audio fino a un output complessivo di tutti moduli. Il suddetto synth era in competizione diretta con i “grandi” Moog Modular o ARP 2600. Questo synth, data la sua modularità, richiede una specifica e accurata conoscenza delle tecniche di sintesi sonora e di processamento del segnale audio. http://www.vintagesynth.com/roland/sys700.php Lo Yamaha CS-80 èuno dei synth più pesanti della storia(più di 90kg) e considerato il primo “grande”sintetizzatore Giapponese. Per il suo tempo era tecnicamente avanzato, offrendo 8 voci di polifonia, una memoria per salvare le patch e aftertouch polifonico. Questo gioello di casa yamaha ha fatto da colonna sonora portante in film come “Blade Runner”, “Gli Ammutinati del Bounty”, “Dune” etc. http://www.vintagesynth.com/yamaha/cs80.php
  10. Time-Line from 1970 to the future. 1978 Il Korg MS-20

    è stato uno dei primi monosynth analogici portatili prodotti dalla Korg di grande successo. Il Korg MS-20 è stato emulato via software da un emulatore (virtual instrument) prodotto dalla Korg che si chiama Korg Legacy Collection: Analog Edition.. Ne è stata prodotta un'edizione limitata che includea un controller USB che riprende l'estetica dell'MS-20 (in scala ridotta) e che comprende quasi tutti i suoi comandi e funzionalità. http://www.vintagesynth.com/korg/ms20.php Nel 1979 venne commercializzata la Roland CR-78. Era una delle prime "rhythm machine" programmabili, ovvero che permettevano la composizione di propri ritmi. E' stata usata da artisti come Fatboy Slim, Underworld, Phil Collins, Blondie, Ultravox, e molti altri. Fu la prima ad utilizzare un microprocessore, editabile molto di più rispetto alle rhythm machine precedenti ma pur sempre lontana dall'essere una drum machine. http://www.vintagesynth.com/roland/cr78.php
  11. Time-Line from 1970 to the future. 1980 Il Drum Computer

    Linn LM-1 (rilasciato nel 1980 al prezzo di 4000$) fu la prima drum-machine ad usare campioni digitali. Ne vennero realizzati solamente 500 esemplari. Molti suoni dell'LM-1 erano composti di due chip che erano letti allo stesso tempo, e di ogni singolo suono era possibile variare l'intonazione, con uscite individuali. A causa delle limitazioni di memoria, non era disponibile il suono del crash, evidentemente più lungo di uno snare o di un cowbell, a meno che non si acquistasse un costoso terzo componente. La TR-808 è una drum machine progettata dalla Roland nel 1980. I suoni prodotti, pur giudicati "poco realistici", furono utilizzati in breve tempo in un gran numero di produzioni, soprattutto nell'electro, rivoluzionando l'intero panorama musicale.Le quotazioni sul mercato dell'usato di un gioiellino come una TR-808 sono oggi veramente alte, si tratta di una macchina ancora ricercata tanto dai collezionisti di materiale vintage quanto da produttori, anche se i suoni dell'808 sono facilmente reperibili in moltissime librerie di suoni virtuali. I suoi sample sono ancora oggi ampiamente utilizzati in produzioni hip-hop e di musica elettronica.
  12. Time-Line from 1970 to the future. 1984 Messo in commercio

    nel 1984 con enorme clamore, l' Emulator II (o EII) fu il secondo campionatore E-mu. Come il predecessore, si trattava di un sampler ad 8 bit che ricalcava la stessa ricerca anche nell'uso della tecnologia digitale e del rate di campionamento a 27,7 kHz. Permetteva una maggior flessibilità nella modifica dei suoni e un miglior controllo in tempo reale. Fu venduto ad un prezzo simile al precedente (7.995 dollari per la versione standard e 9.995 per quella con una memoria extra). La Roland TR-909 è una drum machine semianalogica, basata anche su campionamenti, venduta dalla Roland Corporation a partire dal 1984. I suoni erano nella quasi totalità generati in modo sintetico: solo l'"hi-hat" e il "ride" erano campionati direttamente dalla realtà. Utilizzata dai maggiori esponenti della Disco music, della Techno e dell'Hardcore degli anni 1990, ancora oggi i suoi suoni sono ricercatissimi e utilizzati, soprattutto tra gli estimatori del revival. La TR-909, dunque, è stata una tra gli elementi fondamentali dello sviluppo della musica ballata nelle discoteche negli ultimi due decenni.
  13. Time-Line from 1970 to the future. 1989 - 1990 Nel

    1989 E-MU sforna Emax II. Si trattava realmente di un campionatore polifonico a 16 bit che faceva uso di filtri e componenti interamente digitali, differentemente da quelli analogici del predecessore. A questo corrispose un aumento sostanziale del prezzo, che però non comportò uno scarso successo allo strumento, il quale venne anzi preferito da molti musicisti professionisti per la varietà dei campionamenti disponibili, diventando anche lo strumento E-mu per più tempo presente sul mercato (sei anni). Synth vettoriale prodotto dalla KORG, il Wavestation ancora oggi è apprezzato dai nostalgici perché ha una fantastica capacità nella creazione di suoni ambient e atmosferici e viene usata per produrre particolari PAD degli anni 90 di tipo sci-fi.
  14. Time-Line from 1970 to the future. 1995-1999 Il Clavia Nord

    Lead è ancora oggi uno dei migliori synth disponibili. Ridefinisce la sintesi analogica in un sintetizzatore moderno usando la tecnologia Virtual Sound Modeling. Questo modello è polifonico e multitimbrico, con filtri, LFO, Envelope, arpeggiatore, etc sotto forma di knob, per garantire una sintesa user friendly e intuitiva. Il Roland JV2080 è un modulo sonoro compatibile GS-GM dotato di 16 Mb di campioni audio di qualità professionale con una polifonia di 64 note. Espandibile grazie alle schede d'espansione JV80, ha segnato la fine degli anni '90 per le sue sonorità e stile, sicuramente uno dei migliori synth a rack prodotto da Roland.
  15. Time-Line from 1970 to the future. 2000-2005 La SidStation ,prodotta

    da Elektron a cavallo tra la fine degli anni '90 e il nuovo millennio, è un synth “midi-controlled”che incorpora come generatore di suono il famoso chip SID 6581, presente nel Commodore64. Questo per la particolare e inimitabile sonorità del c64, in questo sid gestibile totalmente con l'interfaccia hardware e i controlli del pannello. L'8 Bit fa ancora strage nel 2000! Korg ELECTRIBE-M, in una singola unità, contiene tutto quanto serve a creare un brano Dance completo. Appartenente alla famiglia delle Electribe, drum machine e synth che hanno sfondato nel panorama della musica technoide e in questo caso si tratta di una Groovebox, ovvero una macchina che contiene al suo interno tre diverse funzioni: il campionamento, la sintesi per melodie e quella per le ritmiche.
  16. Time-Line from 1970 to the future. 2006-2009 NI MASSIVE è

    la nuova rappresentazione del concept analogico nella generazione di suoni ultra-moderni. Il motore audio è capace di una qualità sonora mai ascoltata in un Virtual Instrument, in grado di rendere trasparenti e dettagliati anche i suoni più saturi. ha una serie di funzioni quali lo step-sequencer integrato, la sezione di modulazione ed effetti e tante altre caratteristiche che lo rendono particolarmente idoneo anche per le live-performance. Absynth è concepito e sviluppato da una piccola software house, la Rhizomatic Software, e viene successivamente rilevato dalla Native Instruments che lo perfeziona e lo distribuisce con il proprio marchio. La compatibilità di questo synth verso le varie piattaforme è molto estesa. Absynth sposta in avanti la normale percezione che abbiamo dei synth virtuali ed è caldamente consigliabile come fonte di ispirazione per timbriche personali e moderne.
  17. Time-Line from 1970 to the future. 2009-2012 IElectribe di KORG

    è un'emulazione software della famosa Electribe SX, appartente alla seconda generazione della già citata famiglia di groovebox. Questa applicazione per Ipad permette di utilizzare tutti i componenti presenti nel modello reale: sintesi, envelope, tube gain, effetti, amp controls etc. Si può affermare che con questi prodotti è iniziata una nuova era nella produzione musicale elettronica professionale, sfruttando le potenzialità hardware sempre maggiori dei tablet e smartphone. Imaschine di Native Instruments è un altra utilissima app sviluppata persmartphones e tablets. Designata come uno “sketchbook”musicale, permette la creazione di 4 tracce indipendenti in cui si hanno tre scelte di strumento: beat, synth e voice record. Non esiste una sintesi sonora virtuale, ma sono presenti svariati controlli sull' envelope, decay, etc etc. Inoltre nella sezione mixer si possono applicare fino a due effetti per traccia selezionabili tra 8 tipi differenti.
  18. Glossario A ‑ AMPERE Unità di misura della corrente elettrica.

    A ‑ AMPLIFIER Modulo destinato ad amplificare un segnale applicato al suo ingresso, secondo un coefficiente controllabile, detto fattore di guadagno (v. GAIN). ABORT Questo termine indica una procedura di interruzione, nel corso di una specifica operazione. AC ‑ ALTERNATING CURRENT Corrente alternata. ADC ‑ ANALOG TO DIGITAL CONVERTER Convertitore di codice, da analogico a digitale. ADDITIVE SYNTHESIS Processo di sintesi di una forma d'onda, mediante l'interazione di componenti sinusoidali in opportuno rapporto di frequenza e ampiezza (v. WAVEFORM). ADSR ATTACK, DECAY, SUSTAIN, RELEASE ‑ Termini relativi alle quattro fasi che caratterizzano lo svolgimento d'un tipico segnale d'inviluppo (v. EG). ALGORYTHM Algoritmo, modello matematico, o flusso logico di operazioni. ALLOCATION Modalità di assegnazione di voci alla tastiera (Il termine può avere altri riferimenti). AMT AMOUNT ‑ Ammontare, quantità, intensità dei segnale applicato come controllo di un circuito. BRF BAND REJECT FILTER ‑ Filtro che opera respingendo una determinata banda di frequenze. BEAT Battuta, scansione ritmica, In un altro senso il termine indica il battimento, ossia quel noto fenome­no di interferenza fra due o più onde sonore, avvertibile come periodico rinforzo/attenuazione di in­tensità. BLEND Miscela. Il termine e spesso riferito ad un ingresso comune a due o più canali di elaborazione od amplificazione dei segnale.
  19. Glossario A ‑ AMPERE Unità di misura della corrente elettrica.

    A ‑ AMPLIFIER Modulo destinato ad amplificare un segnale applicato al suo ingresso, secondo un coefficiente controllabile, detto fattore di guadagno (v. GAIN). ABORT Questo termine indica una procedura di interruzione, nel corso di una specifica operazione. AC ALTERNATING CURRENT Corrente alternata. ‑ ADC ANALOG TO DIGITAL CONVERTER Convertitore di codice, da analogico a digitale. ‑ ADDITIVE SYNTHESIS Processo di sintesi di una forma d'onda, mediante l'interazione di componenti sinusoidali in opportuno rapporto di frequenza e ampiezza (v. WAVEFORM). ADSR ATTACK, DECAY, SUSTAIN, RELEASE ‑ Termini relativi alle quattro fasi che caratterizzano lo svolgimento d'un tipico segnale d'inviluppo (v. EG). ALGORYTHM Algoritmo, modello matematico, o flusso logico di operazioni. ALLOCATION Modalità di assegnazione di voci alla tastiera (Il termine può avere altri riferimenti). AMT AMOUNT ‑ Ammontare, quantità, intensità dei segnale applicato come controllo di un circuito. BRF BAND REJECT FILTER ‑ Filtro che opera respingendo una determinata banda di frequenze. BEAT Battuta, scansione ritmica, In un altro senso il termine indica il battimento, ossia quel noto fenome­no di interferenza fra due o più onde sonore, avvertibile come periodico rinforzo/attenuazione di in­tensità. BLEND Miscela. Il termine e spesso riferito ad un ingresso comune a due o più canali di elaborazione od amplificazione dei segnale.
  20. Glossario DIGITAL RECORDER Registratore di eventi acustici od elettroacustici, che

    utilizza il sistema di codifica digitale (v. DIGITAL). La risoluzione acustica dei dati registrati può essere affidata, in fase di playback, ad una sezione interna od esterna di conversione DAC (V. ADC, ANALOG, DAC, DIGITAL). Nella maggior parte dei casi, però, i dati registrati non traducono segnali audio, bensì segnali di controllo (emessi da una tastiera, ad esempio), destinati poi, in playback, a pilotare i moduli d'un sintetizzatore (v. PLAYBACK). DIRECT SYNTHESIS Sintesi di un segnale, ottenuta computerizzando una sequenza di valori impulsivi che scandiscono il profilo dinamico dei segnale stesso. DRUM SYNTHESIZER Macchina progettata per la sintesi speciale di suoni a carattere percussivo. DUOPHONIC Bifonico, cioè capace di produrre due linee di eventi sonori controllabili indipendentemente. Se il duplice controllo è attivo sui soli' oscillatori, (sdoppiamento dei pitch) si attua un compromesso, in quanto la bifonia autentica, esige due canali di sintesi integrale e Indipendente (v. NEL, VOICE). EG ENVELOPE GENERATOR ‑ Generatore di tensioni di controllo a decorso transitorio. L'operatore può impostare alcune variabili, relative al profilo dinamico dei segnale generato (v. ADSR, AR, ENVELOPE). L'evento viene innescato applicando al circuito un breve impulso (trigger) mentre una tensione di livello costante (gate) ne consente il decorso, completo o parziale, durante la sua persistenza. Ordinariamente, trigger e gate sono attivati mediante tastiera ma possono anche derivare da clocks o altri circuiti di scansione; in tali casi, gli eventi d'inviluppo assumono carattere periodico. Attualmente i vari modelli di sintetizzatore adottano modul i EG più o meno complessi, cioè capaci di' generare segnali variamente articolati. Il numero più comune delle fasi' o parametri' di' regolazione è 4 (v. ADSR) ma non mancano EGs a 1 + by8 parametri, per lo più di recente progettazione. EPROM ERASED PROGRAMMABLE READ ONLY MEMORY ‑ Memoria accessibile all'utente come istruzione operativa. La programmazione avviene in fabbrica, come pure l'eventuale cancellazione e riprogrammazione. In quanto richiede macchine e procedure speciali. Le EPROM costituiscono le memorie dei programmi' PRESETS, dei' sinte­ tizzatori digitali (o ibridi).
  21. Conclusioni Come si è potuto notare dalla time-line l'evoluzione dei

    sintetizzatori e degli strumenti elettronici è migrata in modo esponenziale verso il digitale e il virtuale a discapito dell'analogico puro, anche se ultimamente alcune case produttrici hanno reiniziato una campagna di valorizzazione dell'analogico, vedi l'immissione sul mercato da parte di Korg della serie Monotron e Monotribe, piccoli synth completamete analogici, sprovvisti di molte funzioni avanzate ma che consentono una pura sintesi sonora come alle origini. Il virtuale con l'uso e abuso dei Virtual Instruments (VST e Plug-in) sta spopolando dalla seconda metà del 2000. Ormai la produzione su pc o su workstation audio digitali (D.A.W.) è lo standard utilizzato nella maggior parte degli studi di registrazione e di produzione, fattore dovuto a due motivi principali: il primo è sicuramente il rapporto costo/funzionalità dei software che offrono, a prezzi più contenuti rispetto ai cugini hardware, maggiore espandibilità e malleabilità in termini di tecniche sonore, seppur frutto di algoritmi digitali e non attraverso il vero e proprio silicio. Dopo la prima generazione di software, che prevedavano solo un interfaccia virtuale, seppur comandabile con un controller midi di terze parti, è stato concepito e sviluppato un modo di intendere il virtuale in combo con un hardware dedicato al programma stesso, come Maschine della Native Instruments o i controller AKAI. Non tralasciabile inoltre è lo sviluppo esponenziale dei software dedicati alla musica su tablet e smartphone, grazie alla loro crescente diffusione e potenza in termini di hardware. Nonostante tutto però alcune aziende hanno continuato a produrre hardware( analogico, digitale o ibrido) continuando il grande cammino che si è intrapreso più di quarant'anni fa e che continua a stimolare ingegno, tecnica e creatività in personalità e aziende di tutto il globo. E se l'eterna guerra di paragone tra analog/digital non riuscirà mai ad avere un vincitore assoluto è importante tenere a mente che ogni categoria ha i suoi pro e contro, quindi conoscere i proprio obbiettivi è il punto di partenza per capire quale macchina o software ci permetta di esprimerci con più libertà e ampiezza.