povertà (e non solo) ha bisogno di una organizzazione locale adeguata e solida e che garantisca omogeneità di trattamento. Stante la dimensione degli 8.000 comuni italiani (5.575 con meno di 5.000 ab. pari al 70%; solo 163 comuni con +50.000 ab ) questo è possibile nei comuni più grandi e, negli altri casi, solo con la gestione associata. Bene dunque il DDL.
distribuzione uniforme dei servizi in tutto il territorio. • Garantire una unica gestione al piano di zona. • Garantisce i LEPS anche nei piccoli comuni • Sviluppare economie di scala. • Innalzamento qualità organizzativa. • Migliorare i servizi sociali nel territorio.
spesa sociale 2012 era gestita per il 24,4% (era il 24,3% nel 2003) da forme associative (Ambito sociale, Comunità montana, consorzio, Unione dei comuni, ASL, altro ). • Nel 2012 varie forme di gestione associata gestivano 1.709 milioni di euro (erano 1.262 milioni di euro nel 2003) • % più alte: Trentino-AA 86%, Valle d’Aosta 63%, Friuli VG 54%, Piemonte 39%, Abruzzo 38%, Campania 36%, Toscana 34%, Veneto 32%. • % più basse: Lazio 5%, Sardegna 6%, Marche 8%, Sicilia 9%, Calabria 10%, Lombardia 14%).
gestione associata dei servizi sociali è cresciuta in termini assoluti (+447 milioni) in linea con la crescita della spesa sociale ma senza modificare le percentuali di spesa che rimane del 24%. Come 10 anni fa. • La modificazione principale si registra nella gestione delegata alle ASL che si riduce gradualmente e costantemente passando dal 7,5% al 4,3%. • Questo ha permesso una crescita delle altre forme di gestione associata intercomunale: soprattutto gli Ambiti sociali (+1,8%), i Consorzi (+1,6%), le Unioni dei comuni (+1,1%). Ridotta di un terzo la quota delle comunità montane.
servizi sociali si realizza a livello dell’intero Ambito Territoriale sociale. Altrimenti vengono meno parte di quei vantaggi appena descritti. • Per questo è importante anche la definizione dei principi generali per l’individuazione degli ambiti medesimi. Nella definizione della dimensione degli ambiti occorre tener presenti gli obiettivi da perseguire. Non troppo piccoli da non avere la massa critica per operare né troppo grandi da risultare troppo lontani dai comuni per cui si lavora. Ipotesi…
lett e) • L’offerta integrata di servizi che diventa LEPS ha bisogno di una serie di elementi predisponenti che rendano possibile ed efficace l’integrazione dei servizi. • Per questo occorre rilanciare la coincidenza territoriale fra ambiti sociali e distretti sanitari – che non è mai decollata – per sviluppare l’integrazione sociosanitaria. • La nuova frontiera è che ci sia coincidenza anche con i centri per l’impiego.
Esperienze comunali ancora più diverse • Ampie possibilità di scelta per gli enti locali • Quali sono le caratteristiche delle varie modalità gestionali? • Per quale motivo scegliere l’una o l’altra modalità gestionale?
comuni ASP Consorzio Azienda speciale consortile Fondazione SPA o SRL Partecipazione di + comuni Si Si Si Si Si Si Si Partecipazione della ASL No No Teoricamente possibile Si Si Si Si Partecipazione dei privati No No Si No No Si Si Idoneità per la gestione di tutti i servizi sociali Forte Forte Forte Forte Forte Media Debole Idoneità per la gestione di sole strutture residenziali Debole Media Forte Forte Forte Forte Forte Rappresentanza istituzionale degli enti locali soci Media Forte Forte Forte Media Debole Debole Flessibilità di gestione Debole Debole Forte Media Media Forte Forte Specializzazione professionale Debole Debole Forte Forte Forte Forte Forte
ottimale e valida per ogni realtà non esiste. Esistono necessità, obiettivi, caratteristiche particolari di cui occorre, localmente, tener conto. • Contano gli obiettivi posti, i soci che debbono partecipare (pubbl. e privati) e i servizi da gestire e la dimensione del bilancio da gestire. – Servono enti diversi per la gestione solo di una residenza protetta o per la gestione di tutti i servizi sociali, così come per un bilancio di un milioni di euro o di 10 milioni di euro, o se si coinvolge l’ASL. • Servono: Partecipazione, consenso, gradualità e un forte indirizzo politico.
a scegliere in autonomia la forma gestionale associata più adatta che coinvolga tutti i comuni dell’ambito; 2. La forma gestionale prescelta deve mantenere in capo ai comuni il potere di indirizzo politico e di controllo diretto. 3. Un quadro normativo nazionale adeguato. Risolvere alcuni problemi (piccoli comuni, consorzi, rappresentanza politica). Deve essere chiaro e definito quali sono le forme gestionali che si possono scegliere. 4. Promuovere o incentivare gli Ambiti sociali che realizzano la gestione associata.
la gestione associata obbligatoria ed hanno anche esercitato i poteri sostitutivi. Si può fare. L’alternativa è quella di disincentivare finanziariamente in modo significativo chi non fa gestione associata. Su questo non devono esserci dubbi etici (penalizziamo gli assistiti?). Già oggi ci sono territori che spendono 30 euro a persona per il sociale mentre la media italiana è quattro volte tanto. Non sono i finanziamenti statali a determinare le differenze. Cambiamo le regole. Più efficace l’obbligatorietà. Gli incentivi finanziari sono troppo esposti alla variabilità regionale.